Recensioni Una scienza avversata Anche se il libro di David Easton - « Il sistema po,litico, », ed. Comunità, 1963 - ci arriva còn dieci anni di ritardo, proprio non ci sentiremmo di considerarlo scaduto d'attualità: basterebbe rivedere un momento quanto scriveva Norberto Bobbio in un s110 articolo (Tempi Moderni, n. 13, aprilegiugno 1963) a proposito· dell'introduzione della scienza politica come materia• d'insegnamento nelle nostre Facoltà di scienze politiche. Ricorda Bobbio che, quando se ne parlò per la prima volta al Co-nsiglio superiore della pubblica istruzione, qualcuno dei presenti protestò « in nome della dignità dello spirito scientifico·, affermando che la scienza, se è vera ·scienza, dev'essere apolitica e quindi non può essere politica»! , , Abituati come siamo a sentire di queste amenità sulla élite della nostra scuola, finiamo per non meravigliarcene quasi più: ma è curio,so che in un paese come il nostro si sia sempre p·arlato della scienza come di una cosa pura, tanto pura da diventare in ultimo intoccabile. Perciò non p•uò stupire che la scienza politica abbia fatto da noi una fine così pren1atura, al pari di altre scienze sociali, anch'esse vitt:me di illustri « uomini d'onore ». Ora, sareb-be inutile riprendere qui la polemica intorno alle persone· che certo ne facilitaro·no il trapasso, già avvenuto a giudizio di Bobbio - ben prima dell'avvento del fascismo. Ma è tuttavia interessante notare come, nel libro di E.aston, ricompaiano due fattori che maggiormente hanno contribuito a deviare, anche in America, il corso degli studi politici: il metodo storico e il met':>do giuridico. L'incap·acità della · scienza politica ad affrancarsi da certe limitazio-ni impostele da un lato· dal quadro delle istituzio·ni, dall'altro dalla prospettiva storica, ha determinato a: lungo andare un isterilimento della teoria politica, conducendo- gli. studiosi gd occuparsi di ciò che è « sostanzialmente un problema empirico e lo·gico-, anziché di valori». Di qui la progressiva rinuncia all'elabo~~zione di una D teoria sistematica, che pure aveva visto aprirsi con Comte, Marx e Spencer, t tutti accesi sostenitori del metodo scientifico, nuove e illin1itate possibilità d'indagine. Sembra a noi - senza voler entrare nel dettaglio dell'opera di Easton, peraltro a tratti di fastidiosa lettura per il vizio, si direbbe congenito, d_i molti scienziati sociali americani di continuamente voler rispiegare e perfezionare il _loro pensiero-che i due momenti essenziali e più felici risiedano il primo nell'accusa che egli fa agli studiosi politici americani di aver aobandonato il meto·do scientifico per dar sfogo, invece,ad un dissennato iperfattualismo; e il secondo, nel richiamo ad una rigorosa « chiarezza morale», che è poi la premessa su cui si fonda la validjtà non solo di qualunque ricerca, ma di qualunque teoria si~tematica .. L'iperfattualisn10, cioè il dare massimo ri~ievo ai fatti dell'uomo e della società, è diretta cons~guenza di quella « rivoluzione empirica » che avvenne in Europa nel XIX secolo. La maggior p-arte degli scienziati politici americani, copiando il meto·do delle scienze naturali, spostò la propria attenzio·ne ~11i 113 Bibl_iotecaginobianco
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