Franco Cuon10 Ed è 19 stesso messaggio, tirando le somme, di Linder e di Crevel; le parole non dette del gio·vane Vaché; ]~alcoolismo mortale d_i Modigliani; la disperazione universale, in una parola, di tutti quei: giorni ridotti ad essere (trecentosessantacinque per dieci, il co,rso di un intero decennio) una membrana trasparente di luce, ciascuno di essi, tra due voragini di buio. * * * Come il protagonista del suo libro (cl1e oggi salta fuori dal passato con la fredda disinvoltura di un fantasma e compare nelle vetrine dei librai per i tipi dell'Editore Sugar, tradotto da Do-natella Pini e decorato sulla parte frontale della rilegatura dalle spalle nude di una donna che nel volgersi indietro lascia cadere al di là di esse uno sguardo anonimo di cocotte) e come il suo amico Jacques Rigaud, Pierre Drieu La Rochelle morì suicida; fuori del suo tempo, il 16 marzo 1945, ma inevitabilmente legato al retaggio di quella saga tragica di cui aveva creduto di poter cogliere il senso mortale senza rimanerne contaminato. Viltà o coraggio? Probabilmente viltà - o irragionevole coerenza - ma certo, tra le viltà possibili, la più · risolutiva, e la pit1 attuale: perché la storia dell'Alain-Jacques di 1~ Rochelle, come la crisi (crisi di una gene~azione di poeti bruciati dal loro mancato amore per la vita) di cui codesta storia vuole essere la cronaca fedele, ha la mostruosa fisionomia della più sconcertante attualità. Ed il suo protagonista - o ugualmente, inutile dirlo, l'Autore - può ad occhi cl1iusi dirsi creatura del nostro tempo, nota a ciascuno di noi quanto la nostra stessa coscienza o il più segreto, dei reliquari dell'anima. Non è a caso che da Fuoco Fatuo, oggi, il regista Malle ha tratto un film; e non è a caso che, anche se dirlo mette paura, il suo Alain-JacqÙes è un « angelo » degli Anni Sessanta, ed il suo fallimento un fallimento moderno; quale potrebbe esserlo quello di ciascuno di noi, legato a cause identiche (ma questa è la p.iù triste delle soluzio-ni possibili) a quelle per cui Alain e i suoi modelli vivi, nessll.I)o escluso, e lo stesso Drieu La Rochelle, bruciarono la loro capacità di essere uomini ed uomini d'arte, dall'alba al tramonto dei Ruggenti Anni Venti. Ma non è neanche a caso che La Rochelle fu collaborazionista dei nazisti; e se pensiamo a questo, la sua vicenda, il suo suicidio, quello del suo perso·naggio, dei suoi amicip non muovono a pietà: disgustano. FRANCO CUOMO 112 Bibliotecaginobianco
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