Recensioni Un poeta senza canto A ventinove anni, nel 1929, tramutando - probabilmente senza sforzo - l'inerzia della sua dorata disperazione di poeta tradito dalla sua stessa poesia in un tentativo di azione, J acques Rigaud, non primo e certo non ul~imo dei giovani disincantati da una tropp 10 poco intensa esperienza. sur-. realista e dalla gelida coscienza di avere ormai versato fino all'ultima goccia del loro talento nell'orgia inutil1nente protrattasi per un decennio, portava a compimento un disegno da tempo meditato e messo a punto con quell'identica leziosità malinconica che aveva caratterizzato negli anni ciascuno dei suoi tentativi letterari: il suicidio. Previsto da alcuni ed inatteso, per molti altri, il gesto di Rigaud non valse, comunque, a stupire nessuno; anche se stupire qualcuno era, in fondo, da sempre stato - e non era un segreto- il solo grande intento, per buona parte appagato, fino a qualche anno prima, del giovane p·oeta. Negli Anni Venti il suicidio è di moda, e la via scelta dal povero J acques per uscire di scena non può dunque dirsi - per. q11anto intensamente egli lo, avesse sperato -- la più originale. La morte ed i suoi neofiti, ormai, non fanno più effetto a nessuno. Ed il suicidio (per q11anto fascino poss~ ancora serbare il « nulla nullifica11te », la Morte, agli occhi di coloro che hanno avuto la giovane anima trafitta dalla luce crudele di un'alba intempestiva) non è a Parigi qualcosa che valga più di una delle tante b·analissime illusioni in voga o dell'ultima occasione mancata di un sedicente artista-di-talento. E sono molti, del resto, trop-pi, i sedicenti artisti - e qu~lli veri - che hanno già da tempo soddisfatto· con una morte volontaria l'ultima loro ansia di sentirsi vivi; prima di Rigaud, ma cori quella identica sua presunzione di voler mo,strare all'orda di quelli-che-sarebbero-rimasti la straordinarietà delle azioni di cui po~evano ancora dirsi capaci, lqro·, « angeli dalle ali nere di fuliggine » (la definizione è di Armand Lano·ux) e l'aureola ossidata dall'uso, ora che la lo~o voce di poeti era diventata rauca, alfi.ne, quanto l'ultima canzone della meno giovane ballerina di Pigalle. Già nel 1925, q11attro1 anni prima di Rigaud, vi si erano pro·vati Max Lin.der e sua moglie, belli e gio·vani .entrambi ed entrambi sulla cresta del massimo loro successo; e nello stesso· anno, sia pure con più discrezione, il timido surrealista J ean Crevel, non anco:ra trentenne, autore di una singolare « inchiesta » sul suicidio, al termine della quale i suoi compagni avevano detto di lui che non si sarebbe mai suicidato. Ed ancora, prima di Linder e di Crevel, con uguale spirito. (e vale a dire una sorta di cup,a fedeltà al principio di quella impotenza creativa ed ideale in cui amarono deliberat~mente involvere, i giovani degli Anni Venti, la loro fragile coscienza di satrapi della inutilità), si era pure tolta la vita il più giovane di tutti, Jean Vaché -· 23 anni -, teorico autentico e feroce dell'autodistruzione, vittima prima e sola di se stesso e poeta tra i•p,iù vivaci di.quanti (una élite) avevano dimenticato, per distrazione o per la fretta irremissiva di orologi senza cuore, di scrivere sia pure un solo verso i11 01naggio al proprio talento. 107 · Bibliotecaginobianco
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