Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Recensioni La concezione cristiana capovolge invece i termini, poiché per essa la storia del passato è soltanto una promessa del futuro: « La filosofia della storia e la sua ricerca di un senso ultimo sono scaturite dalla fede escatologica in un fine ultimo della storia della salvezza » (p. 28). È dalla fil9sofia cristiana, dalla rivoluzione metodologica da essa apportata che le concezioni storiografiche moderne hanno mutuato i loro temi: infatti la moderna filosofia della storia volge tutti i suoi interessi al problema del futuro·, ·sullo schema, ma non col contenuto, della filosofia cristiana. Ma proprio da qui, conclude il Lowith, ha inizio il fallimento della moderna filosofia della storia: il tentativo di tradurre in termini laici la teologia della storia, eliminando i presupposti teologico.-provvidenzialistici sui _quali essa si fondava, ha portato come conseguenza l'alienazione della filosofia della storia dalle sue originarie radici e quindi ad una sopravvalutazione della storia stessa diventata con Dilthey, con Troeltsch e con Croce, « un'ultima religione», dal momento che essi credono di poter dedurre dalla storia stessa il suo ultimo significato: ma poiché gli avvenimenti storici no1 n contengono nessun riferimento ad un senso ultimo e comprensivo, una spiegazione al processo storico non può venire giustificata in termini razionali, ma può venire solo sul terre110 della fede; la concezione storicistica, « estranea alla salvezza e alla fede )> (pp. 258-59), è quindi relativistica nel contenuto, e, pertanto, destinata al fallimento. Fin qui il discorso del Lowith che, come si vede, finisce tranquillamente con l'identificare lo storicismo con la filosofìa della storia. Tuttavia, a pre-- scindere da questa contaminazione di cui diremo dopo, il suo discorso· ha una certa forza di suggestione, ed anche per certi aspetti una sua validità. Certamente ci saremmo aspettati, prima che il suo libro giungesse a termine, una presa di posizione da parte sua, l'indicazione di un'alternativa per §uperare l'impasse da lui stesso denunziata: cosa questa, però, che egli si guarda bene dal fare. Da alcuni suoi passaggi no·n è difficile tuttavia intuire dove vadano le sue preferenze, dal momento che tutto il suo sforzo consiste nel cercare le vestigia delle antiche teolo.gie nelle moderne dottrine storiografiche, per inferirne, con esasperante monotonia, che queste ultime altro non so1 no se non « variazioni o contaminazioni » di quelle. Comunque la sua tesi, sino a questo punto, può essere anche discutibile, ma presenta certamente aspetti positivi, pure se, come scriveva Raffaello Franchini, recensendo an~i or sono l'edizione inglese del libro del Lowith, ~tnon gli sorge il du]?bio che la progressiva laicizzazione del Cristianesimo a cui concorsero certamente anche le illuministiche' e poi le romantiche filosofie della storia, è il solo modo di considerare l'esp·erienza cristiana viva e vitale_ nel mondo moderno» (Esperienza dello storicismo, II ed., Napoli, 1960, p. 316). Il discorso del Lowith si fa, però, decisamente contestabile quando vuol vedere un rapporto di derivazione fra la filosofia della storia e lo storicismo moderno, il quale, ben lungi dal .mutuare i termini non solo dalle antiche ma neanche dalle più moderne filosofie della storia, nasce in posizione critica rispettò · alle une e alle altre, e critica, col Croce, tutte quelle dottrine che pretendono 93 Bibliotecaginobianco

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