Friedrich V oc_hting esperti cercò di elaborare, mediante· un complesso di ipotesi intersecantisi e che a quella epoca dovevano sembrare molto :convincenti, un pro,gramma avente per scopo l'eliminazione totale o almeno parziale entro un decennio dei tre mali principali della compagine economica e sociale italiana: la disoccupazione, lo squilibrio tra Nord e Sud e la passività della bilancia d~i pagamenti. Il rapido fiorire del « miracolo economico» italiano, nel 1954 ancora agli inizi nell'Italia settentrionale, era stato per gli autori dello « schema», tanto poco prevedibile e ineludibile nel loro piano quanto del resto 1o erano le proporzioni assunte dalla fuga di uo.mini, allora ancora in embrione, dal sud agricolo verso i punti focali del triangolo industriale To·rino-MilanoGenova e verso l'Europa settentrionale e cl1e minacciava di sfociare in un preoccupante impoverimento demografico di vaste zone meridio·nali, in una estensivazio·ne, se non abbandono, di numerose aziende agricole che già fino ad allora avevano avuto il carattere di imprese marginali, degenerando allo stesso tempo in una « scrematura » della popolazione meridionale di tutte le forze più giovani, più abili fisica1nente ed intellettualmente, delle forze - cioè - indispensabili per il costituirsi di un'industria autono,ma capace di sostenere la concorrenza inter11a ed estera. Non sussiste fo1 rse per i calcoli e le previsio11i di Mirabella lo stesso pericolo di venire superati daltincalzare degli avvenimenti e di essere archiviati come lo schema Vanoni, salutato allora con tanto entusia~mo e considerato per molti anni « canonico »? Ma il fallimento di questo piano, del quale egli si occupa dettagliatamente, no·n induce l'Autore a non credere di ottenere col suo procedimento elementi utili per lo svilup·po di un programma che possa portare a superare le attuali unilaterali dislocazioni e che po,ssa notevolmente attenuare la crudezza dei contrasti territoriali 11ella struttura dell'apparato produttivo nazionale. Qui non mi è possibile seguire più da vicino la esposizione ·del Mirabella: ne sia citata solo l'impressionante conclusione, secondo cui si dovrebbero imporre al bilancio nazionale oneri molto più gravosi di quelli fino ad o,ggi da esso sopportati a prò di quest'« altra» Italia, già soltanto, per riconquistare lo stato_ del rapporto del reddito pro-capite tra No·rd e Sud, formatosi fino al 1960, quale esso era nel 1950 e peggiorato deludentemente nell'ultimo decennio nonostante i miliardi spesi per il Mezzogiorno. Se entro il 1970 si vuole riparare a questo regresso verificatosi nell'ultimo decennio, conseguenza della velocità unilaterale dello sviluppo· settentrionale con il quale il Sud, sebbene anch'esso in movimento, non ha potuto tenere il passo, si devono dare all'economia meridiona~e iniezio,ni di c;apitale determinate dall'Autore in 20 mila miliardi di lire costanti. Più avanti nel testo si dice che si può sperare di equip·arare del tutto - non p·arzialmente come con il procedimento Vanoni - il reddito individuale del Meridione e quello del Nord, solo qualora si riuscisse- a portare la capacità produttiva meridionale ad un livello doppio di quella settentrionale e di bloccarla per due decenni su questo piano. 88 Bibliotecaginobianco I J \
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