Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Friedrich Vochting blici, IRI ed ENI, di riserbare al Mezzogiorno il 40% dei loro investimenti annuali. Non si devono però passare sotto silenzio· alcune co-ndizioni che possono rendere problematica la riuscita del processo. La impalcatura delle grandi industrie di base localizzate nel Mezzogiorno, in particolar modo nell'ultimo lustro, per iniziativa in parte privata, settentrionale ed esteta, ed in parte pubblica, poggia su basi 111alsicure fintantoché non si soddisfa o si soddisfa insufficientemente, o troppo tardi, a due condizioni: lo, sviluppo di imprese minori di origine locale che la integrino, e la creazione di un supporto « infrastrutturale » da parte dei Comuni e dello Stato. Sta di fatto che i grandi impianti della Montecatini e dell'IRI chiamati da poco in vita a Brindisi e Taranto hanno dovuto fare l'esperienza che una parte delle maestranze, alla cui ressa in un primo tempo pareva bastare l'offerta dei posti di lavoro, dopo un breve periodo di servizio si è decisa ad emigrare verso il Nord, o a ritornare perfino a quella gleba dalla quale era fuggita inseguendo il miraggio di una vita apparentemente più facile in città, solo perché le Amministrazioni locali non avevano potuto tenere il passo con lo sviluppo industriale nel reperimento di alloggi a buon prezzo o di accessibili n1ezzi di trasporto: ecco tino dei fenomeni, tanto frequenti nelle aree depresse, di sfasamento tra lo sviluppo economico e l'apparato infrastrutturale. Inoltre, non posso dichiararmi d'accordo con l'asserzione dell'Autore che il carattere « differenziale» della questio-ne del Mezzogiorno sia venuto solo molto tardi a conoscenza di sfere più ampie, perché sarebbe stato mimetizzato dalla problematica della generica povertà italiana. Questa ignoranza, se veramente sussisteva in misura maggiore, poteva essere in un certo senso corroborata dall'opera voluminosa sulla agricoltura italiana, tanto lodata quanto poco letta, edita sotto la direzione di Stefano J acini verso la fine del secolo scorso; la quale, ad una lettura non troppo attenta, poteva dare l'impressione che la popolazione agricola, quasi identica (per molto più tempo che non nel resto dell'Europa centrale ed occidentale) con la popolazione complessiva, vivesse nello stesso grado indistinto di miseria. La malaria per esempio era endemica in molte plaghe della pianura padana ed era qui accompagnata dalla altrettanto dannosa pellagra, sconosciuta nel Meridione. Gli studi monografici precedenti o conte1nporanei, non soltanto di carattere sociologico, dedicati al Mezzogiorno continentale ed alle Isole, attirarono l'attenzione sulle ombre indiscutibilmente ancora più scure che davano un singolare conio alle condizioni di vita di questa « altra» Italia: nomi come Franchetti, Sonnino, Colajanni, Ciccotti, Fortunato, Salv~mini (ed_ anche Zanardelli, cui il Sud deve riconoscenza per una prima legislazione speciale entrata in vigore ancora nel XIX secolo), indicano chiaramente che, per chi voleva documentarsi, era sufficiente allungare una mano verso una molteplicità di testimonianze persuasive e degne di fiducia che riguardano il solco profondo tracciato dalla natura e dalla storia tra le due parti del Paese. 86 Bibliotecaginobianco

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