Fried"rich Vochting Il tuturo delle due Italie L'opera di Giuseppe Mirabella, Dislocazione dualistica dell'economia italiana (Palermo 1962) rappresenta, in un certo senso, la continuazione ampliata e l'ap,plicazione pratica di uno, studio dello stesso Autore pubblicato nel 1958 (con il titolo di Notazioni di struttura sulla economia siciliana) che aveva per compito l'esame dello sviluppo della Sicilia nel quadro dell'economia italiana durante il decennio 1947-1957. Tale procedimento,, dap·prima sperimentato co1 n una limitazione territoriale su una parte del Meridione italiano, venne poi ampliato in proporzione alla maggiore scala, revisionato ed affinato e portato da quella singola regio11e a tutto il Meridione, co.n lo scopo di accertare fino a che punto fosse riuscito alla nuova politica economica, iniziata a metà del secolo e molto più co·nscia di sé, di creare un avvicinamento in fatto di benessere tra le due parti del Paese, cioè tra il progredito Settentrione ed il Meridio,ne che era rimasto indietro. A questo pùnto è bene ricordare l'istituzione della « Cassa per il Mezzogiorno » avvenuta nel 1950 e gli sforzi finanziari ad essa collegati che hanno per scopo, oltre l'incremento agricolo e di civiltà in gen.ere, lo, sviluppo industriale del Meridione e quindi la sua con1pleta integrazione economica. Quasi co·ntemporaneamente agli inizi di questa nuova svolta della politica meridionalistica, Mirabella aveva già dedicato al dualismo territoriale ita.:. liano uno scritto più breve, che con chiarezza ed acume si sofferma· sul contrasto sempre più rigido tra la posizio•ne di supremazia del Nord e quella di inferiorità del Sud, non passando sotto silenzio il conseguente pericolo dello sfruttamento che il più debol~ Sud deve subire da parte del Nord senza, evidentemente, una i11tenzione cosciente da parte di quest'ultimo (Caratteri positivi e negativi della partizione territoriale delle industrie nell'unità dell'economia nazionale, Palermo 1951). L'opera di cui qui trattiamo, pubblicata undici anni dopo, si trova, per quanto riguarda l'indirizzo teorico e la metodologia, su un terreno talmente diverso da quello dello scrivente che questi, nonostante si sia occupato a lungo della materia, considera la recensione del libro un rischio non scevro da angustie di coscienza. La tentazione, spesso ricorrente, di portare considerazioni periferiche al centro delle osservazioni non è che l'immagine riflessa della grande difficoltà di ben co,mprendere i pensieri dominanti e di entrare in confidenza con il metodo molto astratto con il quale l'Autore li presenta. Già il m·odo di esp,rimersi, che ha subìto al co·nfronto con opere precede11ti una singoìare tendenza a « biza11tineggiare » (l'Autore perdo,ni il ter111ine usato), non rende affatto agevole la lettura; anche dopo uno studio ripetuto di queste frasi intricate, e che talvolta occupano mezza pagina o addirittura una pagina intera, spesso ci si trova ancora come dinnanzi ad un libro munito dei classici sette sigilli. La ten,denza, quasi divenuta un principio, di riportare l'espressione complicata al posto di quella semplice, di usare parole fuoi-·i dal comune in luogo di quelle correnti, di co,m84 Bibliotecaginobianco I I I
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