Editoriale ranza del partito. Ma si è trattato di sprazzi. Su questi pitnti essenziali ( unità del partito, politica e<i organizzativG:; 11uovi rapporti tra le correnti) la discussione è stata in sostanza evitata. È sperabile che la discussione sia ripresa e portata a pie·na e conclusiva chiarificazione in occasione del congresso nazionale del partito. Ma se gli equivoci dovessero tl.lteriormente persiste~e o aggravarsi si può già ora profetizzare che la Democrazia Cristiana non renderà alcun buon servizio né a se stessa né - soprattutto - al paese e alla democrazia italiana. L'o-n. Sullo ha detto cose ragionevoli quando ha ricordato che finora « il centro-sinistra manca di slancio popolare, sta diventando un cl1e di burocratico, li1nitato alle riitnioni ministeriali. Moro dovrebbe cercare un maggior contatto con il paese. Non si vince l'infiazione solo con misure tecnich,e, pure necessarie. Occorre fare appello al sentimento, alla passione, all'entusiasmo dei ceti popolari ». Ma, in una società come quella itGlliana di oggi, una tale mobilitazione delle masse e dello spirito pubblico non è possibile al solo governo_, bensì unicamente nella misura in cui vi s'impegnino concretamente ed efficacemente i partiti. Ecco un punto sul quale l'on. Moro - che a noi appare sempre pronto a delineare la strategia delle operazioni politiche più che la loro effettiva strumerztaz.ione, ma che è pure, senza alcun ditbbio, l'uomo intorno al quale il centro-sinistra è stato possibile ed è destinato a restare a lungo legato, - dovrà necessariamente meditare nei prossimi mesi. 6 Bibliotecaginobianco
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