Adolfo Battaglia vano sè si perpetuasse la situazione in cui i reali detentori del potere politico, cioè i partiti, sono· costretti a preIJ1ere sui contropoteri, a ignorarli, o a frenarli - al di là di qualsiasi legittima dialettica - per impedire che essi invadano un campo i11 cui è in giuoco la loro stessa esistenza, la loro stessa vita (perché di questo si tratta quando si parl~ di finanziamento); nessuno, evidentemente, potrebbe tollerare un controllo che trasmodasse da limitazione di potere in· soffocamento di esistenza. A calare il discorso, dal lirnbo della teoria i11cui qualcu110 potrebbe vederlo, nella concreta realtà, sta la situazio11e odier11a del paese e le condizioni attuali dei partiti. È difficile dimenticare che se si rifiuta il finanziamento pubblico·, si teorizza implicitamente o la dipende11za dei partiti dagli interessi econon1ici capaci di finanziarli (cioè, data la dimen?ione dei partiti moderni, dai grandi gruppi di potere economico privato) o la necessità della pressio11e dei partiti sugli enti pubblici per i11durli a una scoTretta amministrazio11e del denaro pubblico e alla falsificazione dei bila11ci. In _Italia, infatti, oggi, i partiti l1anno queste due sole vie per alimentare il loro apparato, eh~, anche qt1ando è minuscolo, appartie11e pur se1npre alla categoria degli apparati 1noderni, permanenti, ramificati, collegati ad organizzazioni collaterali, aderenti alla latitudi11e dei compiti che i partiti debbono assolvere: han110, cioè, o la via della sovvenzione privata, che per definizione non è mai disinteressata, porta sempre un margine di subordi11azione, viene accordata soltanto in cambio di qualche cosa, comporta 11ecessariamente una dimi111.1zio11e della libertà del partito e un suo legarne alla caL1sa particolare di un gruppo di interessi; o la via di un drenaggio del pubblico denaro attraverso le pieghe dei bilanci dei maggiori enti pubblici, il che no11 elimina una notevole spesa pubblica, 1na comporta un corteo di fenomeni negativi cui basterà accennare: l'abitudine ad una amministrazione scorretta tutelata dal potere politico, l'ingigantimento del potere della tecnocrazia di Stato, l'assottigliamento della dialettica dei poteri, la pericolosa inclinazione psicologica ( che si somma a qt1ella alime11ta ta dal potere economico privato finanziato,re dei partiti) a considerare sotto un profilo negativo e sprezzatorio le esigenze delle organizzazioni politiche e i motivi co·nduttori della loro lotta. In sostanza, una delle cause fondamentali della corruzio11e politica e amministrativa che prospera nel paese - non la sola, si intende, ma certo una delle principali - è la necessità del fi11anziamento privato dei partiti. E il problema, come è chiaro, non sf identifica tanto 11el rilascio delle licenze abusive, nella scelta del terreno di Fiumicino, 72 Bibliotecaginobianco
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