Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Argomenti che essi t1surpa110 le funzio·ni del Parlan1ento e costituiscono uno dei motivi di degenerazione del sisten1-a politico: ciò cl1e il natt1rale qualun- , quismo di un paese difficoltosamente educato alla vita pubb]ica no-n ha molte esitazioni a ritenere vero-. Poi, d'un tratto, la DC ha indetto un convegno ideologico sul problema dei partiti; uno dei relatori ha accennato, alla questione del finanziamento, e il Presidente del Consigliò allora in carica, l'on. Leone, ha tagliato corto, dicendo che, se gli fosse riuscito, avrebbe presentato su questo argomento un disegno di legge del Governo. Grazie a Dio non gli è riuscito. Tuttavia lo choc c'è stato, e sono abbastanza comprensibili le reazioni negative che si so110 manifestate anche in ambienti democratici. Il problema del finanziamento pu-bblico dei partiti investe, in effetti, tutta ·1a problematica del moderno partito politico, e, per questa via, la intera problematica della vita pubblica, di cui il partito è elemento essenziale e centro motore. Pe11sare di provvedere al finanziamento senza provvedere ad altri problemi, o senza inquadrarli in uno scl1ema coerente, non si può. Occorre, a questo proposito, ricordare almen_o due dati di fatto. Il primo è che i partiti, nella realtà delle cose, monopolizza110 completamente la vita politica, o almeno, la vita dei meccanismi istituzionali da cui dipende il governo politico di t1n paese. Per quanto larga e i11discussa sia la libertà lasciata ad individui isolati di presentare la lo,ro· candida~ura nelle elezioni politiche e ammnistrative, sta di fatto che soltanto i partiti, le liste dei partiti, hanno possibilità di successo, e che quindi il « governo », i11 senso lato, riposa su di loro. Il secondo dato di fatto, poggiato sul primo, è che lo sviluppo dei partiti ha rotto gli scl1err1i delle vecchie classificazioni politiche fondate sulla distinzio11e tra regime parlamentare, presidenziale e di asse1nblea, fino al punto di creare sistemi politici in cui perfino la separazione, la concentrazione e la limitazione dei poteri dipendono strettamente dal numero, dalla dimensione e dalla saldezza organizzativa dei partiti. C.osì, _non può oggi essere ragio•nevolmente disco11osciuto che il partito sia, istituzio·nalmente, non un'associazione privata che si muove nell'interesse dei suoi so-ci - sia pure il pii1 « politico » degli interessi dei suoi soci, come quello della elezio11e al Parlamento 11azionale o alle Amministrazioni locali •- ma un vero e proprio strumento di interesse pubblico, con responsabilità pubbliche, che agisce isti_tuzio- . - nalmente per un fine pubblico. D'altra parte, solo lo sviluppo dei partiti, sorti per inquadrare e insieme per determinare la partecipazione di più vasti ceti popola.ci alla vita politica, ha permesso di giungere ad un regime democratico 69 Bibliotecaginobianco

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