Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Alberto Ronchey controlli può essere un modo per stimolare l'evoluzione del sistema sovietico. Tuttavia si tratta di . prospettive c~e no:p hanno niente in comune con i problemi immediati o prossimi dell'equilibrio e della coesistenza. A breve scadenza, ossia a scadenza di anni e non di decenni, il solo progresso possibile sarà qualche riduzio,ne unilaterale degli armamenti. Tuttavia l'ipotesi d'una interruzione della corsa nucleare coincide co-n la possibilità d'« imbrigliare» i nazionalismi atomici euro·pei (anzitutto quello tedesco) attraverso la « forza multilaterale » o- altre analoghe costruzioni. L'alternativa alla « forza multilaterale » non è il disarmo controllato o il suo inizio, che non si vede nemmeno come potrebbe· avvenire, ma la proliferazione atomica. Più valore delle riserve laburiste o socialiste pare che possano avere le obbiezioni tecniche al pro·gramma americano. Ma queste obbiezioni, formulate da militari specialisti o da parlamentari devoti ai problemi di bilancio, sem.brano non tenere in conto che la formula americana è solo un espediente politico, una provvisoria risposta ai problemi dell'equilibrio, in attesa che declini la concezione gollista dell'Europa. come « blocco autarchico » e nasca, se deve nascere, il rilancio post-gollista dell'europeismo. È inoltre un espediente in attesa che per vie empiriche venga stemperata la controversia di Berlino e sia tangibile la « riduzione di pericolosità » della pressione sovietica verso· l'Europa. Infine è un espediente nell'attesa che possa essere misurata la reale portata del nazionalismo atomico cinese. *** . Se vogliamo ragionare la cosa a scadenza di brevi anni, è probabile che fra no•n molto i problemi europei diverranno secondari, al pari del confronto diretto fra sovietici e o·ccidentali, e che invece la crisi dell'Asia assumerà proporzioni tali da modificare la questione del disarmo co-ntrollato così com'è posta oggi. Anche senza tenere in conto quel che s'è detto finora circa il mito del disarmo generale controllato, ci si p-uò domandare infatti se e quando l'accetterà la Cina, sottomettendosi ad una forza di polizia internazionale diretta in modo efficace (e non da un triumvirato, poniamo, paralizzato dal diritto di veto sulla base del disegno già caro a Krusciov per la segreteria dell'ONU) e se un disarmo sovietico· e occidentale non sarebbe l'ultimo incentivo alla esplqsione del nazionalcomunismo cinese in ogni direzione. In pratica, l'Occidente ha accettato negli ultimi anni la dottrina della coesistenza pacifica e competitiva. Ma Krusciov sta p-erdendo la sfida economica rivolta nel '58 agli Stati Uniti: declina---il tasso di sviluppo del prodotto lordo sovietico, ment~e il ritmo di aumento del Gross 66 Bibliotecaginobianco

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