Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Socialisti, laburisti, nazionalis1no atomico, disarmo rivoluzione nel sistema sovietico, nel quale tuttora persino le statistiche sulla delinquenza minorile costituiscono segreto di Stato. Si· vada a visitare anche una semplice fabbrica di margarina sovietica fatta con semi di soia, e si domandi quanta sia la produzio·ne e quanti operai occupi l'industria: nel caso che non si venga accusati di provokazia dai funzionari, si otterrà solo notizia d'un generico 10 o 15 per cento in più rispetto all'anno precedente. Il problema dei controlli sul disarmo è di evoluzione del sistema e del clima politico sovietico a lunga scadenza: l'apertura dell'URSS ai co•ntrolli presuppone il superamento non solo dello stalinismo, ma di venti secoli di fobie, diffidenze nazionali e dispotismo. Beninteso Krusciov non ha mai respinto i controlli come principio, ma ha sempre detto che l'ospite « deve accomodarsi in salotto, non può pretendere di sorvegliare la cucina», e ha voluto imporre la distinzione fra ciò che egli chiama « spionaggio » e i co-ntrolli « accettabili » (quelli successivi alle fasi decisive del disarmo, senza verifiche preliminari sulle denunzie degli arm~menti accumulati da distruggere, potendo i sovietici avvalersi delle pubbliche informazioni americane su gran parte dei problemi della difesa). Si può discutere all'infinito se i negoziatori americani abbiano manifestato maggiore o minore prontezza e decisione e buo·na fede nel superare le difficoltà della controversia, ma chi conosce il clima sovietico sa che Krusciov, dal discorso del '59 dinnanzi all'ONU fino ad oggi, non è parso mai davvero in grado di consentire una rivoluzione come quella che un serio accordo sui controlli imporrebbe nel sistema sovietico. Krusciov non lo poteva nel ~59 e tanto meno lo può oggi, esposto alle accuse di revisio·nismo, fra le crisi agricole, il rallentamento dei ritmi di sviluppo dell'economia, l'urto con i comunisti cinesi, i rovesci subiti a Cuba, all'ONU, nel Congo, nel mondo arabo, le oscure vicende che hanno· allontanato in pochi anni dal potere uomini come Kiricenko, Ignatov, Beliaev, o che hanno determinato l'attribuzione a l\1olotov di gravi crimini senza che per questo, fosse processato. Non si vuol dire che l'intera letteratura sovietica sul disarmo sia prop·agandistica: senza dubbio una riduzione degli oneri militari sarebbe preziosa per !'economi~ sovietica. Ma la promessa dei controlli è un'anticipazione di decenni rispetto alle concrete possibilità del sis~ema sovietico e finora è appena un modo per tenere aperto il dialo-go con l'Occidente, in nome d'un mito popolare e con la « copertura » delle opposizioni al disarmo che si manifestano in America, assai minori delle angusti~ russe ma non per questo inesistenti. A sua volta, dal punto di vista occidentale, la promessa del disarmo in cambio dei 65 Bibliotecaginobianco

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