Editoriale l'on. Sullo · e gli esponenti di « Rinnovamento », mentre esplicitamente più riservato fu l'on. Scelba, come del rest:o era· da attendersi. La mozione approvata a chiusura dei lavori ha, infine, parlato di « pieno e leale appoggio del Partito in perfetta coerenza con le decisioni adottate al Congresso di Napoli e nella convinzione che la politica iniziata ~ idonea a risolvere i problemi che l'attuale fase di trasformazione e di sviluppo pone alla società italiana ». Così, quella che doveva e poteva essere una grande occasione per un'esplicita e solenne riaffermazione dei naturali impegni del partito verso il governo che ne è promanato si è tradotta in un rinvio agli atti del Congresso di Napoli e in una dichiarazione di « idoneità ». Siamo ipercritici e ipersensibili se ci sembra che sia troppo _poco? A che cosa possono valere le parole dinanzi ai fatti? E i fatti sono che non solo la corrente dell'on. Scelba, ma anche i dorotei e soprattutto i f anf aniani hanno misurato col contagocce la loro adesione al governo Moro. I fatti sono che. i dorotei hanno ritenuto di dover immediatamente togliere all'on. Moro la segreteria del partito, appena egli è diventato Presidente del Consiglio dei Ministri, contro l'evidente volontà dell'interessato, che chiedeva ~i restare alla segreteria della Democrazia Cristiana fino al prossimo congresso. I fatti sono che dalla bocca dell'on. Fanfani si è sentito dichiarare indispensabile che l'azione del governo « non si ponga in contraddizione con quelle che sono le ragioni di vita della Democrazia Cristiana ». AllG: litce di questi fatti la co·nfluenza della corrente andreottiana in quella dorotea e il ponte che si sono reciprocamente lanciati l'on. Scelba e l'on. FanfarLi assumono il valore di sintomi preoccupanti e, per dire tutto quello che pensiamo, il valore di sintomi che una larga parte della Democrazia Cristiana è lontana dal guardare all'attuale governo in una prospettiva più ampia di quella di una consueta e tradizionale combinazione parlamentare. Abbiamo sempre pensato che l'ingresso nel governo dei segretari dei quattro partiti della n1aggioranza avrebbe piuttosto indebolito che rafforzato il governo il giorno in cui, divenuti ministri, essi avessero cessato di essere segretari; e non vediamo ora alcuna necessità di modificare il nostro giudizio sulla pretesa incompatibilità tra le due funzioni. Dobbiamo, però, aggiungere che per la Democrazia Cristiana il problema è ancora più grave che per gli altri tre partiti. Anche _ora che non ne sono più i segretari, Nenni e Saragat corztinuano ad essere gli uomini di gran lunga piiì eminenti ed influenti dei loro partiti; e quanto all'on. Reale, la sua perfetta intesa con l'on. La Malfa e la possibilità di disporre all'uopo, quale suo successore nella seg·reteria del partito,_ di una personalità di eccezione quale appitnto è La Malf a 4 Bibliotecaginobianco
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