Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Luigi Mazzi.Ilo all'aumento dei costi di produzione delle azier1de trasformatrici, aumentando il compenso di trasformazione. v·olendo lasciare: invariato il prezzo al consumo, per compensare l'aumento del prezzo delle bietole e della loro trasformazione si potrebbe diminuire corrispondentemente l'imposta di fabbricazione, « che è ancora la più alta di Europa ». . La decisione governativa del 7 agosto di aumentare il prezzo delle bietole di circa 135 lire al quintale per la campagna dello scorso anno· (con la prospettiva di un ulteriore ritocco di 40 lire p·er l'anno in corso), di aumentare di 4 lire al kg. il compenso di trasformazione per gli zuccherifici e di ridurre contemporaneamente l'in1posta di fabbricazione nella misura di 14 lire al kg. r~ppresenta, quindi, insieme con la istituzione della cassa di conguaglio, una vittoria più che completa delle tesi di politica zuccheriera sostenute dall'Eridania. Le principali strade seguite dall'Eridania e dagli altri mag.giori gruppi saccariferi per imporre al Governo l'accettazione della loro politica zuccheriera sono state, come al solito, due: 1) un'opera di convinzione, volta a dimostrare che la soluzione suggerita coincide con l'interesse generale; 2) i legami che stringo,no gli industriali saccariferi al mondo politico fin da quando l'influente parlamentare Emilio Maraini (detto, dai ·suoi felici eredi, il « papà della bietola») riuscì nel 1903 a creare le premesse per la nascita del cartello « Unione zuccheri >~, contando sul « favorevole » regime fiscale e sulla « confortante » alta protezio11e doganale. Fin dall'i11izio-, l'ip.dustria saccarifera è stata, cioè, - come scriveva Edoardo Giretti nel 1913 - « un'industria essenzialmente politica ». Piena luce sulle p·ossibilità e la particolare abilità degli zuccherieri a condurre in porto i loro giuochi, può essere fatta attraverso una sommaria ricostruzione « demistificata » del lo,ro comportamento nel labirinto della crisi nazionale ed internazionale dello zucchero (si avverte che per questa « ricostruzione » ci si è serviti di alcune intelligenti notazio,ni di GIORGIO MANZINI: L'irresistibile cavalcata del monopolio zuccheriero, « Paese Sera », 4 luglio 1963). Nel 1959 la produzione delle bietole fu - come si è detto- - molto abbondante. Particolarmente abbondanti erano anche le scorte di zucchero. Per cui gli zuccherieri diedero l'avvio a pressioni sia pubbliche che « discrete» per spingere il Governo ad intervenire perché venisse ridimensionata la coltura bieticola. Il Governo accolse tali richieste e con decreti-legge costrinse i bieticoltori a svendere i prodotti ed a ridimensionare le colture. I coltivatori vennero spinti, così, a ridurre permanentemente il terreno coltivato a barbabietole: dai 300 mila ettari del 1959 si è passati ai 220 mila scarsi della campagna 1962. La storia prende, a questo punto, immediatamente una diversa strada: con lo embargo americano a Cuba e l'aumento dei costi di produzione, insieme con la diminuzione del prezzo dello zucchero /all'interno•, si comincia a profilare una non lontana « crisi dello zucchero». I mag.giori gruppi zuccherieri italiani, prevedendo che i futuri raccolti di bietole non saranno 54 Bibliotecaginobianco

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