Luigi Mazzillo scese di colpo a 78 milio-ni, nel '61 a 70, per toccare il fondo dei 68 milioni di quintali nell'ultima campagna_ bieticola. Tradotta _in zucchero, questa produzione calante dà le seguenti cifre: 13 n1iliòni di quintali di zucchero nel 1.959, 8,7 milioni di quintali nell'ultima campagna di trasformazione. Contemporaneamente al calo della produzione, si è assistito al parallelo incremento dei consumi: 9 n1ilioni di quintali 11el 1960, 10 milioni nel 1961, circa 11 milioni nel 1962. Il consumo pro-capite è salit~, così, dai 17,4 kg. del 1957 ai 21,4 del 1961 ed ai 22 attuali. Conseguenza di quest'andamento a forbice della produzione e del consumo dello zucchero sono stati lo smaltimento delle scorte (che avevano raggiunto i 7 milioni di quintali nell'esercizio, finanziario 1959-60), il ricorso alle importazioni (1,5 milioni di quintali) e pressioni crescenti per un ritocco del prezzo delle bietole e de-Ilo zucchero, pressio-ni culminate, verso la metà dell'anno, nello scarso approvvigionamento dei negozi di vendita. La stessa situazione si ripete, d'altra parte, anche a livello, mondiale: la produzione diminuisce, le scorte van110 scomparendo, il consumo• aumenta ed i prezzi salgono. Le cause sono, qui, economiche e politiche insieme: dall'aumento dei costi di produzione all'embargo nei confronti di Cuba. Sono queste, indubbiarnente, le condizio-ni ideali in cui il giuoco dei grossi gruppi saccariferi del paese può avere larghi margini di manovra. Può essere, perciò, cosa interessante ed istruttiva una ricostruzione, sia pure sommaria, appro,ssimativa · ed in gran parte « indiziaria », della politica di produzione e della politica dei prezzi messe in atto dai gruppi dominanti. Così come interessante ed istruttiva si presenta anche la ricostruzio-ne dell'attività di pressione esercitata sul Governo, sul Parlamento, sugli organi di formazione dell'opinione pubblica, ecc., ·per trovare adeguati sostegni o per rimuovere eventuali o-stacoli di carattere istituzionale o poljtico all'attuazione delle progettate politiche della produzione e dei prezzi. Tanto- più che è proprio questo tipo di analisi che, in mancanza di informazioni dirette, può contribuire ad una approssimativa definizione della politica dei gruppi di pressione dello zucchero. Tale discorso in questa sede lo si porterà innanzi guardando- per lo più ad un solo gruppo del settore saccarifero: l'Eridania. L'Eridania, con la << Società Italiana per l'Industria degli Zuccheri » e la « S.A. Zuccherificio e Raffmeria di Pontelungo » (Mo·ntesi), è uno dei tre grandi gruppi dominanti del settore saccarifero. È, anzi, il gruppo maggio,re. Possiede, infatti, oltre un terzo degli stabilimenti (32 su 83) contro i 19 dell'Italiana Zuccl1eri e i 7 del gruppo Montesi. Anche la produzione di zucchero del gruppo Eridania è stata nel 1962 superiore .al terzo della produzione nazionale (Q. 3.260.000 su 9.050.000). All'Eridania e agli altri due maggiori gruppi spettano il 70% degli stabilimenti (58 su 83) e il 70% della produzione di zucchero. Non c'è dubbio, perciò, che il setto,re saccarifero sia caratterizzato da condizioni oligopolistiche. Se si pone poi mente anche alla circostanza ,d,.ella scarsa elasticità della domanda di zucchero rispetto al .Prezzo, si deve necessariamente con52 Bibliotecag~nobianco
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