Giornale a più voci ed impongono un confronto con la realtà 11ostra e con la prospettiva offerta della classe pol1tica troppo chiaramente incapace di stare al passo con i problemi che maturano inesorabilmente. E l'autore trova a questo punto il modo di dire che l'automazione fornisce un elemento importante a favore del socialismo, nella misura in cui è chiaro che il progresso tecnologico, se vie11e abbandonato al controllo della industria privata, non può fare altro che moltiplicare spaventosamente i profitti di alcuni, creando un altissimo coefficiente di occupazione per altri, ma offrendo ai più la disoccupazione. Solo se il progresso tecnico diventa un elemento di pianificazione nazio11ale esso potrà essere orientato nel senso dell'interesse nazionale. La scelta non è più quindi tra progresso tec11ico e tradizionale modo di produrre, ma tra lo svilupp 1 0 cieco del processo tecnologico e la utilizzazione cosciente, pianificata, calcolata dei pro·gressi scientifici, per raggiungere un tenore di vita oggi inconcepibile, consentire anche una estensione del tempo libero oggi inimmaginabile. Di qui tra l'altro un problema ormai strutturale: quello delle attrezzature per la utilizzazione del tempo libero e per la riclassificazione dei lavoratori. Prima di tutto do·bbiamo avere più scienziati, poi dobbiamo trattenerli nel nostro paese, poi dobbiamo utilizzarli in modo più soddisfacente di quello che stiamo facendo, ed infine dobbiamo organizzare la nostra industria in modo che essa applichi con maggiore efficacia i risultati della ricerca scientifica allo sforzo produttivo della nazione. Giunti a questo punto, noi lettori abbiamo l'impressione che ci manchi il respiro, presi nel vortice di previsioni avveniristiche alle quali non possiamo negare un fondamento e per le quali siamo spaventati. _ Poi, più meditatamente, ripensandoci, sentiamo che c'è qualcosa di più e di diverso del terso congegno meccanico e del luminoso congegno elettronico: la realtà urn<:lna. Fortunatamente per la nostra intelligenza e per -i limiti possibili della sua tensione, non sian10 a questo punto. Ci giungeranno le generazioni future, all'uopo allenate, noi no. Il modo non è fatto soltanto - oggi almeno - di rigorose ricerche di laboratorio e di fredde volontà calcolatrici, ma di cose reali. E questa realtà fa rimbalzare sulla scena anche i due miliardi di sottoalimentati, con i rischi ed i problemi che comporta la loro presenza anche per le civiltà più avanzate e ci fa pensare che Wilson n:on possa vedere la questione nei termini limitati cli società nazionale, ma di comunità mo11diale. Per questo - nonostante le tecniche - occorrono lunghi e lunghi decenni, a meno che non si pensi come certi scrittori di fantascienza «a fumetti» che il n1ondo dei patrizi della teénica debba dominare il resto della umanità in schiavitù. E non si. capirebbe perché questo, quando i congegni automatici farebbero meglio di uno schiavo sudicio ed affamato e sarebbero capaci di programmare senza pensare, mentre lo schiavo non è capace di lavorare senza pensare e senza· stabilire confronti e senza sentire non impulsi elettrici ma· impulsi nervosi. 49 Bibliotecaginobianco
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