.... ,.. Giornale a più voci grato di unità di grandi dimensioni che consenta notevoli economie dì scala nella dotazione tecnico-infrastrutturale del territorio) ci si è poi allontanati da questi presupposti con la istituzione del Nucleo di industrializzazione: il quale, dovendo garantire una « industrializzazione minore» in territori esterni ai poli di sviluppo, e già caratterizzati da iniziative di 1ninore dimensione, rappresenta, oltre che « una via di mezzo errata strutturalmente e concettualmente», un sostanziale snaturamento della scelta preliminarmente fatta di fronte all'alternativa << diffondere-concentrare», offrendo in concreto « illimitate possibilità localizzative ». E tale giudizio viene rafforzato se si esaminano le caratteristiche « economico-territoriali » delle Aree e dei Nuclei. Mentre le prime, infatti, mostrano una certa omogeneità (così in quanto localizzate intorno a centri urbani di una qualche dimensione e già ospitanti iniziative industriali importanti e numerose, come in quanto dotate di favorevoli fattori geografici e territoriali, quali disponibilità di mano d'opera e adeguati complessi di servizi ed attività terziarie), i secondi, invece, rappresentano un così confuso insieme di situazioni territoriali eterogenee che pare opera vana, e forse impossibile, quella intesa a mettervi ordine'. Esempi: si rilevano macroscopiche difformità di ordine dimensionale in quanto si passa dai pochi ettari di periferia urbana (Avellino, Potenza, Foggia) alle migliaia di ettari su territori estremamente complessi, che comprendono insediamenti di notevoli dimensioni, con grosse carenze di infrastrutture, e caratterizzati da varie forme d'attività economica (agricoltura, turismo), come è il caso dei nuclei di Valle del Basento e di Reggio Calabria; e si rileva pure la più grande diversità di situazioni economiche e di stadi del processp di localizzazione, in quanto si passa da casi in cui gli insediamenti industriali, preesistenti all'istituzione del Nucleo, per dimensione ed ubicazione condi- _zionano fin dall'inizio in un certo senso il tipo e l'ampiezza dell'agglomerato industriale (Gela) a casi in cui il Nucleo si presenta. ancora completamente privo di quasiasi tipo di insediamento industriale di una qualche importanza, se si eccettuano alcune unità di modestissime dimensioni operanti nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli (Nuclei di Avezzano, Vasto, Praia a Mare, Piana di Sibari). D'altra parte, se la stessa dislocazione delle Aree definisce in modo chiaro le_ due grandi direttrici dello sviluppo - l'una lungo la costa tirrenica, attraverso le Aree di Latina, Caserta, Napoli, Sale~o, fino al « continuo» Catania-Siracusa, e l'altra lungo la costa adriatica attraverso l'Area della Valle del Pescara, e il «_continuo» Bari-Taranto-Brindisi - la dislocazione dei Nuclei, almeno in parte, non tiene nessun conto di questi due « assi dello sviluppo ». Tutto ciò, oltre a danneggiare obbiettivamente le Aree, gravando eccessivamente le limitate disponibilità finanziarie della Cassa, ha introdotto un inutile elemento di confusione, perché, di fronte a particolari situazioni locali non inquadrabil~ nel sistema delle Aree, poteva:q.o essere adottati speciali provvedimenti, senza bisogno di istituzionalizzarli. 45 Bibliotecaginobianco
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