Cesare Mannucci - A_lfredo Testi È un disegno che ammette e può persino· favorire taluni mutamenti del modo di vita di vasti settori del paese: il passaggio da ·un'econo-mia di mero sostentamento ad un'economia di crescenti consumi, la diffusione dell'istruzione p,rofessio,nale, l'espansione degli svaghi, e via dicendo. Ma più di questo non riesce a concepire e a desiderare. La discussione sulla televisione e sulla sua funzione va co,ndotta pertanto su un terreno più avanzato, e con una visione più lungimirante: gli elettromodestici e i finti mobili svedesi sono nuovi, ma le idee politiche e sociali del sistema che li sta producendo e propagandando sono vecchie, e ormai pessime. Non possiamo tollerare le seconde in grazia dell'utilità dei primi; e non è sufficiente che ci sia un meccanismo qualsiasi in movimento. Gli stereotipi fondamentali che la televisione italiana riflette no,n sono mutati: e questo non si può e no,n si deve ignorarlo, nemmeno quando si riconosce che la televisione ha aperto all'Italia depressa la visione dell'Italia relativamente progredita, con le sue case più comode, le automobili, i mestieri industriali, le balere, le gambe depilate, le calze di nylon. Gli stereotipi, i modelli che la televisio 1 ne ribadisce so·no quelli di una società autoritaria, gerarchica, paurosa, retorica, ipocrita, irrazionale. L'immagine di un'Italia arditamente democratica e razionalista, tollerante e indagatrice, aperta alla scienza e alla fantasia · insieme, irrispettosa delle gerarchie e protesa a liberare i cittadini da ogni specie di paura e di umiliazione, non ha trovato e ancora non trova posto sullo schermo televisivo. Eppure quest'Italia è la speranza del Sud non meno che del Nord: sarebbe assurdo rinunziarvi in nome di benefici che paiono grandi e rivoluzionari solo rispetto ad un passato infame e disumano, e che sono già molto piccoli rispetto al futuro che avanza rapidamente, co·n l'auto 1 mazione, ii crescente tempo libero-, l'eman~ cipazione politica mondiale, la fine dell'era della scarsità. Usciamo piuttosto· dalle inutili generalizzazioni onniabbraccianti, dalle vuote alternative tipo· alienazio·ne-elevazione degli analfabeti. Se si è disposti a puntare sull'obiettivo di un autentico e audace progresso democratico, di una liberazione umana non illusoria, bisogna giudicare la televisione punto per punto rispetto a quest'obiettivo, e allora ci si accorge che c'è una grossa battaglia da fare, strettamente collegata a tutte le altre battaglie democratiche. E che è tempo di farla. CESARE MANNUCCI Aree e nuclei In questi ultimi mesi si assiste ad un rinnovato, più ampio ed intessuto discorso sulla politica della concentrazione industriale. Per due ordini di motivi: il primo connesso alla acquisita coscienza che tale politica va necessariamente coordìnata ad una programmazione economica nazionale 42 Bibliotecaginobianco
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