Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Giornale a più voci ·Spirito. Quanto ai discorsi sull'uomo-massa, sulla « robotizzazione», sull'abbassamento dei livelli culturali, sulla disgregazione sociale, essi hanno un grave difetto preliminare: quello di essere frettolose e acritiche applicazioni alla realtà italiana degli schemi di una particolare sociologia tedesco-americana, che ha avuto un'importante funzio-ne di stimolo, ma non è certamente il non plus ultra della teoria sociale co,ntemporanea. Alle visioni più o meno apocalittiche dei Moravia, degli Zo1 lla, del Piovene, « L'Espresso » sente il bisogno di contrapporre il « piccolo terremoto delle coscienze e delle abitudini, del co1 mportamento e dei gusti, portato nell'Italia tradizionalmente più immobile in qtiesti dieci anni dalla televisione>>: lo schermo televisivo, ha contribuito ad accelerare l'esodo dalle campagne, a familiarizzare i contadini con la politica, a presentare immagini di un tenore· di vita superiore, a far nascere nuove esigenze di divertimento nell'Italia subalterna. « Il Giorno» constata pressappoco le stesse cose; e aggiunge, citando l'editore Mondadori, che la televisione ha fatto aumentare largamente il numero dei lettori di libri e riviste, e che ha fatto entrare nella testa dì molti italiani, specialmente nel Sud, l'idea, prima sconosciuta, dell'importanza dell'istruzione professionale. Questo tipo di discorso è incomparabilmente più serio di quello dei « teorici dell'alienazione»: il « piccolo terremoto» c'è stato, ed era doveroso ·registrarlo. I critici della ·civiltà di massa preferiscono immaginarsi un'Italia molto simile all'America: e invece era git1sto ricordargli che è ancora molto diversa, che per molti italiani il problema è ancora quello di mangiare a sufficienza, di imparare a leggere e a scrivere, di uscire dal feudalesimo. È un discorso dettato da una sacrosanta esigenza di realismo. Entro questi limiti non si può nonr essere d'accordo. Sono constatazioni che da sole bastano per invalidare la co,ndanna che i « teorici dell'alienaz-ione » · hanno pronunciato contro il nuovo 1nezzo di comunicazione. Non credo, però, che la discussione possa indugiare in una fase çosì preliminare: una parte della nostra élite culturale ha creato degli intralci gratuiti, ma ora è necessario procedere oltre. Sarebbe un errore fermarsi ad una difesa minimalista del m~zzo: potrebbe giovare solo ad una politica minimalista, o, se si preferisce, moderata, « dorotea », che è, appunto la politica a cui si sono ispirati coloro che finora hanno potuto adoperare a loro talento il nuovo mezzo di comunicazione. « La televisione - scrive « L'Espresso » - sia pure co-ntro voglia e senza un disegno preciso, è intervent1ta a lubrificare un meccanismo che faceva una certa fatica ad avviarsi»: non credo che sia così. Certamente nell'ente televisivo non mancano i reazionari, i nostalgici, che hanno affrontato contro voglia qualsiasi prospettiva di ammodernamento della società italiana: ma non sono stati loro a stabilire l'indirizzo generale dell'ente. E un disegno~ anche se non immune da contraddizioni, c'è stato e continua ad esserci. È il disegno dei moderati, il disegno della destra economica meno rozza, che punta ad un aggiornamento della societ~ italiana tale da lasciare, però, il più possibile intatte le strutture e le istituzioni tradizionali. .41 Bibl~otecaginob·.anco

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