Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

GIORNALE A PIU' VOCI Un decennio di televisione Hanno fatto bene « Il Giorno » e « L'Espresso », nel decennale della televisione italiana, a ricordare con un certo risalto i beneficii che il nuovo mezzo di comunicazione ha portato al Sud e, in genere, agli strati più depressi della società italiana. Ma a chi si indirizzava .il discorso dei due giornali? Mi pare da escludere che intendesse rivolgersi, sia pur teoricamente, ai milioni di italiani che hanno mostrato sin dall'inizio di ritenere la televisione una cosa utile e anzi necessaria: per loro questa nuova fonte di informazione e di divertimento è un fatto già scontato e assimilato, che non ha bisogno di giustificazioni. Credo invece che il discorso volesse indirizzarsi a quei settori d'élite che avevano accolto il nuovo- mezzo con giudizi pesantemente negativi, o addirittura _con una recisa ripulsa. Scrive infatti «L'Espresso»: « Secondo i teorici dell'alienazione e i rappresentanti delle élites umanistiche, [il 3 gennaio 1954] ebbe inizio in Italia un'epoca di capziosa barbarie collettiva, e i mostri di Orwell cominciarono a mettere radici in ogni piega della vita quotidiana ... È comunque un'ipotesi che va verificata ». E « Il Giorno », meno iro·nico e più ap,passionato, dichiara: _ « Solo il ridicolo corruccio aristocratico di alcuni può preferire ancora i privilegi, i piedistalli, le sdegnose soiitudini. .. Sembra dimostrato che i fatti e le idee si fanno strada comunque, che lo sviluppo è inarrestab,ile, che i mezzi di co·municazione di massa non sono certo una causa delle angosce e delle alienazioni moderne; e .allora, ogni diffidenza rivela il suo fondo di scontrosità inutile e di disprezzo assurdo». È molto interessante che due giornali così diffusi tra gli intellettuali abbiano sentito il bisogno di affrontare criticamente il giudizio di condanna espresso dalla maggior p·arte del mondo della cultura italiana sulla televisione. In verità i « teorici dell'alienazione» s'erano fatti sentire molto negli anni passati, e in certi campi si fanno sentire ancora. E queste due· prese di posizione - che non credo siano opinioni isolate, e tanto meno un semplice, divertito rovesciarnento della moda - fanno pensare che certi settori del1' opinione pubblica colta stiano ormai entrando, almeno in questo campo, in una fase più matura e riflessiva. tutto sommato, la condanna aprioristica del nuovo mezzo rifletteva e riflette un atteggiamento mentale solo apparentemente sofisticato. Il linguaggio è quello di moda, ma il contenuto si riallaccia a quel romanticismo fine Ottocento che amava idealizzare il mondo preindustriale e che vedeva nella nascente civiltà delle .macchine la fine certa del Regno dello 40 Bibliotecaginobianco •

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