Note della Redazione formulare fin da ora alcuni criteri di orientamento per portare la discussione sul piano della n1aggiore concretezza possibile. In primo lttogo: nessuna concessione di « incentivi fiscali» per industrie che da Genova volessero trasferirsi nel « polo » di Alessandria. Qualora, infatti, si concedessero tali incentivi, ci si troverebbe subito in palese con - traddizione con una delle esigenze indicate nel rapporto di Saraceno, pre~ parato per incarico della Com1r1issione nazionale per la programmazione economica e reso pubblico in questi giorni: « Una pit:t oculata concessione degli incentivi allo sviluppo, incentivi che sono oggi distribuiti ad altre parti del paese in una misura che annulla buo1ia parte del beneficio per il Mez- . zogiorno ». Ma nel rapporto di Saraceno si legge pure che è necessaria « un'azio·ne intesa a far preferire il Mezzogiorno nella ubicazione di unità di grandi dimensioni, 11,onchéa incoraggiare la enttcleazione ed il trasf eriniento al Sud di sezioni di stabilimenti esistenti nelle aree già industrializzate». In secondo luogo, quindi, per quanto riguarda gli stabilimenti genovesi che rischiano di essere soffocati (e magari già lo sono j o comunque contribuiscono atla congestione del porto (onde risitlta conveniente un loro trasferimento, anche perché possano meglio respirare quegli stabilimenti che necessariamente devono restare vicino al porto), si deve rigorosamente distinguere: 1) trasferire nell'area industriale alessandrina quelli che sono legati strettamente ad altre attività genovesi, al porto o al centro siderurgico di Cornigliano, per esempio, e che tuttavia possono essere trasferiti dalla fascia costiera al retroterra appenninico, mentre non potrebbero essere trasferiti in altre regioni; 2) sollecitare, mediante congrui incentivi, il trasferimento nelle aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno e delle I sole di tutti quegli stabilimenti genovesi la cui attività non risulti condizionata dalla vicinanza di altre attività pure genovesi; 3) proporre dirottamenti verso localizzazioni meridionali - anche in questo caso mediante congrui incentivi e 1nagari 1nediante il ricorso ad altrettanto congrui disince1itivi - nei confronti di quei numerosi progetti che sono stati formulati da varie imprese settentrionali, che si riferiscono all'impianto di nuovi stabilimenti di grandi dimensioni nell'area industriale di Alessandria, Tortona, Navi Ligure ecc., e che implicherebbero necessariamente il ricorso alla immigrazione di nianodopera meridionale. Tutto questo, natural1nente, sempre che si voglia davvero adeguare la politica industriale dell'Italia di oggi alle vere e proprie necessità del sistema economico nazionale. E non è certo senza significato se queste necessità scaturiscono egualmente, e del tutto insieme, così dai problemi generali della programmazione come da quelli specifici del Mezzogiorno. 39 Bibliotecaginobianco
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