Raffaello Franchini - scriveva nel corso di un attento esame dell'atteggiamento della cultura italiana verso la guerra '15·- '18 - attendono di po1 ssedere tutti i materiali delle res gestae d'oggi per intraprendere l'historia rerum di domani, senza accorgersi che - secondo l'acuta osservazione di un giovane filosofo italiano - queste res gestae so-no già esse stesse una historia rerum e soprattutto che una historia rerum di oggi avrebbe l'inestimabile valore d'una res gesta; e questo se il pensiero non è pura contemplazione della realtà, ma realtà storicamente determinata e storicamente agente » (p. 128). Sin da allo·ra De Ruggiero· co·mbatteva decisamente l'intellettualismo (verso il quale reciterà una compiuta palinodia nel seco-ndo dopoguerra, nella co-nferenza Mito e ideale: ma anche allora i termini di intelletto e ragio·ne resteranno pericolosamente avvinti), perché l'intellettualismo· no·n riesce a co·gliere ciò che è proprio di una data epoca e cioè « precisamente questa teoria che non anticipa sull'azione, ma è l'azione stessa sotto la specie del pensiero, cioè è quella coscienza che lo spirito· ha di ciò che opera » (p. 129). N·on a caso, recensendo le memorie crociane del 1912 sulla storia, usando tra i primi il termine, insisteva chE- lo storicismo 4eve trapassare « da forma scientifica a contenuto di vita» (p. 89, art. La storia vivente del 14 febbraio 1913). In questa direzio·ne si spiegano quelle che restano a nostro avviso le componenti essenziali del suo pensiero politico e dunque del suo idealismo 1 iniziale e più maturo storicismo e del finale revirement delle pagine del Ritorno alla ragione: da un lato la polemica co11tro la mentalità massonica e giacobina co·me aspetto politico del positivismo filosofico e un connesso generico nazionalismo con scarsissime simpatie per l'anticlericalismo allora di moda (cfr. l'articolo su G. Bruno·) e per il socialismo· e i miti pacifisti; dall'altro, specie dopo la decisiva esperienza del mo-ndo politico inglese, la splendida capacità di reazio-ne e di aspra, incrollabile critica al conservatorismo italiano che per una cieca e dunque sterile difesa di interessi costituiti appoggiava il fascismo, e soprattutto un potere, che non mi pare sufficientemente rilevato· anche perché pochi finora conoscevano gli scritti politici ora ripubblicati, quasi direi rabdomantico di diagnosticare, prevedendole fin nei particolari, le situazioni politiche. Da questo punto di vista meritano un'attenzione particolare .gli articoli dell'ultimo periodo, specie dal 1921 in poi, nei quali la nascita e lo sviluppo e infine l'avvento al potere del fascismo sono studiati e seguiti si p•uò dire passo a passo. Continuo è il Leitmotiv della innegabile, ma allora poco· visibile, parentela di metodi,,. e di etica tra fascismo e mas_simalismo socialista, ma· soprattutto perfettamente colto 30 Bibliotecaginobianco
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