Raffaello Franéhini ,, stenza al potere, alle minacce e ·alle lusinghe della dittatura, in una lotta amaramente ma vittoriosamente -vissuta giorno: per giorno, che davverochi ne uscì essendosi saputo mantener fedele a sé stesso e ai propri ideali giovanili non può non acquistare il significato e il valore del simbolo e dell'esempio. A una a una il fascismo sopprime o riduce a mal partito quasi tutte le riviste a cui Omodeo collaborava, da Leonardo alla Nuova Italia; gli vien tolto un incarico universitario a lui necessario per tirare avanti la vita; i libri scolastici gli vengono boicottati, gli articoli deli' Enciclopedia assurdamente ce11surati, gli arcl1ivi in più di un caso gli vengo-no sbarrati; non gli vien rinnoyato il beneficio di 11nviaggio di ricerca negli archivi di Parigi (le lettere parigine alla moglie sono tra le più vive e fervide della raccolta). Un breve periodo, con1'egli scrive in u11 punto, di « spettacoloso successo » editoriale si apre negli anni di guerra, che rappresentano il mo·mento di maggior fama dell'Omodeo storico: poi, con la sospirata e tardiva caduta del fascismo, l'ansia dell'azione a lung,o dovuta reprimere si traduce, com'è comprensibile, in un'insonne partecipazione alla lotta di Liberazione e al faticoso avviamento della ricostn1zione nazionale. Il Rettorato assunto in condizioni difficilissime e contemporaneamente l'opera duramente co,ntrastata dai cattolici di Ministro della P.I., la presenza assidua ai lavori della Consulta, la fondazione della rivista « L'Acro1 poli », che svolge nel pri1no dopoguerra un'opera mirabile di educazione e rieducazione politica specie tra i giovani, il volontariato del 1945, scelto co11 l'intatto entusiasmo di trent'anni prima malgrado la perdurante tormentosa prigionia del figliuolo, e, nonostante tutto ciò, il mai intermesso fervore per glì studi (proprio· nel '45 preparò la raccolta, poi edita postuma, col titolo Il seriso della storia e continuò la collaborazione alla rivista di Croce) : tutto questo incredibile fervore d'operosità può spiegare assai meglio del male fisico perché, nel fiore della virilità, Omodeo fu colto dalla morte nell'aprile del 1946. Ma Omodeo è di· quelle figure che la morte non allor1tana dalla realtà degli studi e alle quali si rito,rna continuamente tutte le volte che si voglia riconquistare l'energia delle grandi risoluzioni etico-politiche: le sue pagine valgo·no ancora oggi, e varranno certo anche domàni, più del consiglio d'un amico o dell'esortazione di un saggio, anche se mai potren10 rassegnarci alla crudeltà della perdita che con la sua scomparsa hanno. sofferto gli studi e in generale il Paese. Questo suo non sperato, e perciò tanto più gradito, messaggio· postumo vale pertanto assai opportunamente (e bisogna darne gran merito ad Alessa11dro Galante Garro 1 ne . ~ e a Paolo Serini che hanno curato la raccolta) a rinnovare e ravvivare una memoria_ e una prese11za d~lla quale mai come nel presente periodo 28 Bibliotecaginobianco
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