Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Università e squ.ilibri regionali se costa di più, quando si voglia aumentare il reclutamento degli studenti e adeguare il numero dei laureati ai bisogni del pro·cesso pro·duttivo. 11) Ci sembra che su questa strada lo Stato sinora si sia lasciato · trascinare a rimorchio dalle iniziative di singoli enti o di consorzi di comuni, province ed altri organismi. Non c'è dunque da stupirsi - pure se di ciò, certamente, bisog11a dolersi - se il suo cammino è stato estremamente oscillante e irregolare. L'istruzione superiore, è appena il caso di ripetere, riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro paese. Già è inconcepibile la scarsa attenzione finora dedicata alle condizioni delle università esistenti e della ricerca scientifica, deplorevole la modesta entità dei fondi destinati all'istruzio·ne superiore; e colpevole la totale assenza di una organica politica per l'Università che ha caratterizzato quasi tutti i governi succedutisi negli ultimi anni. Ma è addirittura assurdo che, riguardo all'istituzione di università o facoltà nuove, lo Stato co11tinui ad affidarsi co1 mpletamente alle iniziative locali. Perché, delle due l'una: o la creazione di istituti universitari in questa o quell'altra provincia risponde ad una accertata esigenza dell'istruzione superiore nazionale nel suo complesso, ed allora sarebbe dovere dello Stato assumersi l'onere e la guida dell'iniziativa; oppure la creazione dei medesimi istituti non risponde alle medesime esigenze, e può quindi rapp_resentare uno spreco di energie e di fondi che andrebbero- meglio impiegati altrove, ed allora lo ·Stato fa malissimo a non scoraggiare l'iniziativa, o ad _avallarla attraverso il riconoscimento della nuova istituzione universitaria che finisce per concedere dietro pressione dei soliti parlamentari locali assetati di benemerenze e di voti dei com- • paesam. Il problema della ripartizione regionale delle sedi universitarie è, senza dubbio, uno dei più importanti problemi dell'istruzio·ne superiore italiana. Se si è avvertito il bisogno di affrontare quelli, tra essi, che si ricollegano alle strutture delle facoltà, ai ruoli e allo1 stato giuridico del personale insegnante, all'assistenza agli studenti, all'organizzazione della ricerca, demandando a commissioni di « saggi » il compito di studiare le possibili soluzioni, non vediamo perché un a11alogo impegno di approfondimento e di studio non debba essere rivolto anche alla soluzione del problema della ripartizione .delle sedi, che non è certo meno· importante degli altri. 17 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==