Ernesto Mazzetti È agevole dedurre da questi dati che le regioni meridionali contribuiscono al soddisfacimento del fabbiso,gno _ « nazionale » di laureati in misura inferiore alle loro possibilità demografiche, e che, quindi, in esse, come nelle altre regioni ove si risco,ntra la medesima situazio:ne, va sollecitamente potenziato 1 il « reclutamento » dei giovani per l'Un~- versità. Questo obiettivo può essere raggiunto in due modi: o rendendo più confo 1 rtevole e meno dispendioso il trasferimento dei giovani cala- . bresi, lucani e abruzzesi nei centri universitari di Napoli, Bari, Roma; o-ppure aprendo nuove università che assorbano in loco i licenziati e i diplomati delle scuole secondarie. 10) La scelta tra le due possibilità do·vrà dipendere da comparazioni di costi, ma non solo da queste. Il prof. Toschi ha es.presso i termini essenziali del problema co-n grande efficacia: « Due tendenze - egli scrive nel rapporto citato - si fronteggiano: l'una a localizzare gli istituti universitari in piccoli aggregati che ne ricevano un tipo di specializzazione (città universitarie), l'altro a localizzarli nelle grandi città ... Attualmente si p-uò dire che le due tendenze si equilibrino. Con dei correttivi. Le grandi città e, per conseguenza, le « grosse » università presentano dei vantaggi. Questi potrebbero riassumersi in . termini di scienza economica nelle 'economie esterne' consentite ad ognuno degli elementi di questi grandi insiemi. Ma; co-me si sta constatando nell'industria, vi è un limite al dilatarsi di queste economie esterne. Al di là di esso l'accrescimento diviene antieconomico ». A noi pare che l'antieco;nomicità sia appunto la caratteristica dell'ulteriore ingigantirsi delle « grosse » università di Napoli e Roma 8 • Porle in grado di ospitare più economiçamente e co·nfortevolmente un maggior numero di studenti meridionali implica almeno la costruzio•ne di nuovi co,llegi e pensionati. Ma fermarsi ai collegi equivale a restringere il concetto dell' « ospitalità » al solo aspetto edilizio; mentre, al contrario, ci pare che esso vada allargato sino a comprendere lo stesso funzionamento delle facoltà e degli istituti; quindi un problema di attrezzature, di perso,nale insegnante e assistente. Cosicché, se per attenuare gli squilibri regionali e per impedire che città piccole e medie divengano troppo piccole e che grandi città sfiorino l'apo·plessia è utile percorrere la via che conduce alla migliore ripartizione territoriale delle sedi universitarie o all'istituzione di nuove sedi, percorrere la stessa via diviene addirittura indispensabile, - anche s Un eloquentissimo esempio straniero è dato da Parigi. In proposito GRAVIER F., Paris et le desert française, Flammarion, Paris 1954. 16 Bibliotecaginobianco
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