Università e squilibri regionali sostengono per vivere e studiare a Napoli, Bari o Roma, essi saranno incoraggiati a scegliere, in luogo delle facoltà umanistiche che ora frequentano anche perché n1eno. costose in quanto articolate in un minor numero di anni di corso, delle facoltà scientifiche e tecniche, sfatando quel mito della vocazione « umanistica » meridio,nale, vo·cazione, un tempo, forse, legata a condizio:ni psicologiche, ma 01 ggi sopravvivente sopratutto a causa della scarsa possibilità di utilizzazione dei diplomati tecnici in certe regio·ni del Sud, o delle difficoltà ad accedere alle facoltà scientifiche 6 • 9) Veniamo ora al problema di aumentare il gettito annuo di laureati per raggiungere, entro il 1975, quegli obiettivi che a giusta ragione gli esperti dello SVIMEZ ritengono di fondamentale importanza ai fini di un ulteriore sviluppo della società italiana. Una considerazione preliminare, al riguardo, la fornisce lo stimolante rapporto inviato dal prof. Umberto Toschi alla Conferenza sulle nuove università promossa dal Consiglio d'Europa 7 • La domanda di licenziati dalle scuol~ universitarie - scrive il prof. Toschi - è « nazionale », e solo a titolo di studio e co·n larga approssimazione la si può articolare in suddivisioni territoriali definite. Al contrario·, osserva ancora il Toschi, il quadro regionale assume un rilievo essenziale per quanto riguarda « l'offerta» di laureati. Stando ai dati riferiti dall'ex vice-Presidente del Consiglio Superiore della P. I., prof. Raffaele Ciasca, il contributo delle diverse regio 1 ni italiane alla formazio.ne dell'« offerta » complessiva nazionale di studenti universitari e di laureati è notevolmente ineguale, con scostamenti negativi dalla media concentrati essenzialmente nel Sud. Su 10 mila maschi in età specifica, nel 1958, gli iscritti al primo anno d'università erano, in media nazionale, 126,8. Le regioni meridionali, però, con l'eccezio11e della Campania, erano al disotto di questa cifra: 120,3 iscritti su 10 mila in Puglia; 111,4 in Calabria; 89,1 in Lucania e 86,1 in Abruzzo-Molise. Per quanto riguarda i laureati, alla media nazio ... nale di 32,8 giovani su 10 mila in età specifica, faceva riscontro· la media calabrese di 29,1, lucana di 22,7, abruzzese di 19,7. Campania e Puglia - ambedue dotate di sedi universitarie - superavano invece la media rispettivamente con 43,7 e 41,2. 6 Al riguardo cfr. ancora AMIRANTE: « Il Mezzogiorno ecc.» su Il Nuovo Osservatore cit. 7 TOSCHI U., Considérations et motifs entrant en jeu lors de la création de nouvelles Universités (ou institutions équivalentes) en Europe, ·Bologna 1963. 15 Bibliotecaginobianco
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