Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Cronaca Libraria mana; non possiamo sottrarci all'architettura, perché essa rappresenta l'insieme delle modifiche e delle trasformazioni operate sulla superficie terrestre in vista delle necessità umane» (pag. 3). Il pensiero di Morris, possiamo dire con tutta tranquillità « a posteriori», si afferma quale precorritore di concetti ed esperienze che l'Arts and Crafts, prima, e l'Art Nouveau, poi, dovevano sperimentare con un diverso spirito, ma con una sostanziale e comune tematica di fondo; il rinnovamento dell'architettura in quanto « sinonimo di arte applicata ». Un concetto, questo, che si è andato evolvendo fino ai giorni nostri, per concretizzarsi nella realtà del disegno industriale. E tuttavia è ancora oggi attuale quanto scriveva Morris nel manifesto diffuso all'apertura della Morris, Marshall, Faulkner & Co.: « Lo sviluppo dell'arte decorativa nel nostro paese, grazie agli sforzi degli architetti, ha raggiunto un grado tale che sembra desiderabile che artisti di reputazione vi .consacrino il loro tempo. Senza dubbio esempi particolarmente riu- . . .... . . . . sc1t1 possono essere c1tat1, ma s1 riconosce generalmente che tutti i tenta- _tivi in questo senso sono ancora insufficienti » (pag. XIII). Lé realizzazioni di Morris restano documenti della cultura figurativa e del gusto di un'epoca; ed infatti il successo veramente notevole, considerando l'eclettismo culturale e le mode correnti dell'epoca, della produzione dei chintzes, è spiegabile in quanto l'espe-- rienza grafica che egli compie, anche se tecnicamente rinnovata, resta legata al gusto dei revivals ( nel caso di Morris è un revival rinascimentale, come dimostra il saggio di Peter Floud, Dating Morris patterns, « Architectural Review », luglio 1959 - Londra). Al successo della sua produzione di parati doveva seguire molto più tardi il riconoscimento al suo contributo ideologico, che, chiaritosi nei suoi termini, appariva precorritore, come si Bibliotecaginobianco accennava prima, di molti aspetti della moderna cultura architettonica. Né i risultati di mercato possono indurre a ritenere che la produzione di Morris fosse rivoluzionaria in quanto bene di consumo rivolto ad un grande pubblico. È notissimo, infatti, che la produzione dei chintzes, ricerca individuale eseguita a mano da maestranze specializzate, fu sempre riservata ad una elité di raffinati clienti facoltosi. Una delle tante contraddizioni che si annidano nell'opera di Morris; · « preconizza castighi apocalittici per l'egoista borghese, e tuttavia si preoccupa di colmare la propria villa, e quella dei suoi clienti denarosi, di parati e di chintzes festosamente dipinti a fiori ...; affer1na l'esigenza del benessere per tutti, al di sopra dell'arte stessa, 1na avversa la macchina unico mezzo ' ' ormai, che consep.ta di avviarsi verso un simile benessere universale» (pag. XXVII-XXVIII). Se per il suo socialismo utopistico Morris rimane un illuminato borghese dell'Ottocento, la complessità del contributo ideologico alla cultura del suo tempo è rilevante. Egli anticipa infatti per capacità di sintesi il superamento delle impostazioni analitiche del positivismo e dell'empirismo inglese, ricollegandosi alle correnti dell'idealismo tedesco, che ebbero quale matrice unica la coscienza dell'unità dell'Essere e la consapevolezza del Conoscere come atto di sintesi. Politico e ricercatore, pubblicista e studioso d'arte, Morris fu un pre-romantico, che avvertì l'esigenza di partecipare alla complessità degli aspetti della vita, di contribuire al rinnovamento di fondo dell'architettura, dalla grafica all'urbanistica. Intese i problemi nella loro con1plessità e ciò appare evidente dalla poliedricità dei- suoi interessi; e trovò una coerenza di sintesi a questa febbrile attività in un vivo interesse per le sorti del proletariato inglese: interesse che si manifestò con fiumi di parole, di commiserazione, e sbollì in veementi invet121

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==