I Problemi sociologici della distribuzione tutto quello delle aziende, si conforma al postulato di razionalità in misura maggiore, ma sempre limitata, man mano che dal polo della bottega-tradizionale ci si avvicina alla grande-distribuzione. La razionalità economica è quindi una istituzione sociale sottoposta ai limiti dello spazio e del tempo. Il compo,rtamento razionale unicamente rispetto a scopi economici no•n è richiesto, non è atteso nella bottegatradizionale tipica di una società pre-industriale, familistica e comunitaria. Lo stesso, co,me si è visto, no•n si può dire per l'organizzazione di vendita razio·nalizzata, tipica della società urbano-industriale, utilitaristica e contrattuale, nella quale una serie di istituzioni esercitano una particolare pressione verso la razionalità. Il secondo problema, quello della razionalità del processo di decisione dei pubblici po,teri si lega alle scelte da compiere in vista della sistemazione del settore distributivo della nostra economia. Le teorie sulle quali si basano le scelte di politica economica, sono teorie parziali, non tengono conto delle co,rrelazioni esistenti nel sistema sociale; questo non vuol dire che siano inutili, tutt'altro, solo che esse non permettono di prevedere gli effetti addizionali non-economici di quelle scelte, i quali, sono, in ultima analisi inattesi ed incontrollati. Questo capita perché non si tiene conto delle funzioni latenti 1 che il sistema economico ha in un insieme sociale. Bisognerebbe sapere, invece,· che l'auspicata politica di concessione delle licenze basata su requisiti obiettivi (come l'impiego di un capitale e di una superfice di vendita non inferiore a certi limiti, l'applicazione di prezzi fissi ecc.) non favorisce solo la concentrazio·ne delle imprese e l'aumento della loro efficienza, ma pone anche a più o meno breve scadenza problemi organizzativi ai sindacati, problemi al Ministero· della Pubblica Istruzio,ne in quanto sarà necessario formare professionalmente gli addetti al settore terziario, dei projblemi di urbanistica commerciale alle amministrazioni locali, e così via. Quello che ci preme sottolineare è la necessità di una maggiore razio·nalità del processo di decisione pubblico, razio-nalità che coincide con la possibilità di anticipare, prevedere ed eventualmente controllare la gran parte degli effetti delle decisioni stesse. Scrive Maurice Duverger: « sulla scala della città greca, il go,,erno poteva decidere co,n metodi analoghi a quelli del carrettaio del villaggio, i governi degli Stati moderni no•n possono più farlo » 8 , è passata anche l'epoca i11 cui . . un po' di statistica tradizio·nale ed al massimo un sondaggio Gallup erano le migliori guide direttive di una democrazia, oggi occorrono 7 RoBERT K. MERTON: Teoria e struttura sociale; Bologna, Il Mulino; 1959; cap. I. s MAURICE DuVERGER: Méthodes des sciences sociales; Parigi, PUF; 1961; p. 431. 113 Bibliotecaginobianco
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