Antonio Vitiello metterebbero di integrare i due modelli proposti, di dare loro- maggiore adeguatezza e quindi un maggiore valo,re esplicativo. Ora che siamo in possesso dei due modelli, o embrioni di modelli, di strutture commerciali, vogliamo analizzare tre problemi che da essi posso.no ricevere qualche chiarimento, e precisamente: 1) la verificabilità empirica del postulato di razionalità della teqria economica classica; 2) la razio-nalità del processo di decisione dei pubblici poteri; 3) la formazione di comportamenti favorevoli allo sviluppo. L'eco,no·mia classica assume co1ne date le mete dell'uo·mo economico: il co,nsumatore desidera massimizzare la sua utilità, l'imprenditore il suo profitto; entrambi, poi, si comportano razionalmente e, di fronte ad una coppia di alternative, scelgono, rispettivamente, quella che assicura la maggiore utilità ed il maggior profitto. Ora, pur riconoscendo la indispensabile funzione che questo modello semplificato può avere per molti problemi dell'analisi economica, così come i corpi senza attrito o perfettamente elastici nella teoria fisica, no,n si può tacere che esso ha ben poca relazione con il comportamento reale, ed anche possibile, di esseri umani in carne ed ossa. Chi voglia fare oggetto di osservazione empirica le unità di decisione economica, dovrà considerare necessariamente il _postulato di razionalità come una ipotesi che deve essere verificata volta per volta empiricamente. In tal modo la razionalità del comportamento economico non avrà più i caratteri della necessità e sarà puramente possibile, cioè accertabile volta per volta in condizioni date. · Poiché l'azione economica è spiegabile in termini di teoria economica nella misura in cui è razionale, più l'azione si_ discosta dallo standard della razionalità e sempre maggior rilievo acquistano quegli elementi che so1 no esclusi dal campo· di interesse della teoria. Questa, anzi, no•n fornisce adeguati strumenti concettuali che permett'ano di qualificare positivamente gli elementi non-economici dell'azione; per cui o essi vengo·no definiti in termini di « categorie residue» 6 o si ricorre alla collaborazione delle altre scienze sociali. L'analisi da noi condotta, è svolta appunto utilizzando strumenti concettuali propri della sociologia e ci auguriamo che possa offrire qualche suggestione all'economista; essa, comunque ci permette di formulare una ipotesi di carat- · tere generale: la razio·nalità del comportamento economico è funzione di certe strutture o,rganizzative e non di altre, è incrementata e richiesta da certe società e non da altre. La nostra tipologia non offre certo la verifica rigoro,sa dell'ipotesi, ma ne di1nostra la plausibilità. Il comportamento delle unità di decisione economica, ma soprat6 TALcor-r PARSONS: La struttura dell'azìone sociale; Bologna, Il Mulino; 1962; p. 32. 112 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==