Recensioni stereotipi soccombano? è bene che alcuni valori (senso della famiglia, repressione incondizionata degli istinti sessuali, onore, gerarchia familiare) vengano posposti a certi altri (dignità della persona, rispetto per la vita umana, eguaglianza di fronte agli in1perativi etici, carità)? è sicuro che l'espansione della civiltà sia condizionata all'adozione di certe forme di progresso,? conviene che la cultura rurale sia spazzata via dalla mentalità urbanoindustriale? Tutto il libro della Harrison non è altro che una rispo,sta positiva a questi interrogativi e noi aderiamo, sotto questo aspetto, al parere dell'Autrice che, col suo studio, sfata ulteriormente la validità di certi continui richiami alla presunta semplicità dei popoli fanciulli e dimostra l'assurdità del rinascente mito del bon sauvage prestando una sufficiente casistica delle mostruosità cui può giungere l'uo,mo rimasto allo stato istintivo grazie ad un senso esclusivamente « epidermico » della morale. Però, quando l'Harrison generalizza dicendo: « l'uomo siciliano ... », tralascia tutti gli emigrati e gli emancipati; e quando, dice: « la 1naggioranza », dimentica che in Sicilia non è il numero delle risposte « evolute » che conta quanto piuttosto il ceto cui appartengono coloro che danno tali risposte. I veri irrecuperabili in Sicilia appartengono tutti al ceto borghese; sono professionisti o impiegati che hanno creduto di suffragare le storture della tradizione con gli strumenti della cultura; sono coloro che hanno avuto la possibilità di evolversi e non si sono evoluti; sono il geo,metra che risponde: « Meglio essere assassina che disonorata»; la maestra che afferma: « Non è giusto, uccidere, ma per il proprio onore è un dovere farlo »; l'impieg;ato che dice: « Le ragazze di famiglie onorate se vengono ingannate, devono uccidere, per non macchiare l'onore di tutta la famiglia »; l'avvocato civilista che, alla domanda: « come si comporterebbe con la ragazza con la quale ha avuto rapporti prematrimoniali e che è rimasta incinta?» risponde: « Avrei sempre il dubbio che il figlio non è mio. Comunqt1e, escluderei senz'altro il matrimonio. Resto indeciso tra l'aborto e il n1antenimento del figlio. Non mi sentirei mai legato ad un feto ». La rivoluzione delle idee in Sicilia è fatta dalle donne, dai ceti u1nili e dagli studenti, ma, soprattutto, è fatta dagli emigrati; ed è una lotta ormai già vinta perché fa leva st1i giovani e si serve di mezzi capillari come la c1:1ltura, il benessere, il cinema e la televisior1e. Così, prima gli usi « continentali » sono stati criticati, poi sono stati considerati con ammirazio·ne ed invidia; ora sono assimilati. L'ultimo ad adeguarsi, sarà il codice. DOMENICO DE MASI 101 Bibliotecaginobianco
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