Nord e Sud - anno XI - n. 50 - febbraio 1964

Rece·nsioni integrità, sensibile ad ogni bencl1é minimo soffio di disonore, è labilmente sospesa alla verginità vera o presunta di ciascuna donna del parentado: « dopo il matrimonio, per una donna, si può parlare di serietà, no•n di onore », ha risposto un autista intervistato. Il « maschio·» siciliano risulterebbe essere, tendenzialmente, un distruttore di verginità: in potenza tutte le donne sono sue succubi e quindi « svergognate», tranne quelle della sua casa, sottratte dalla sua difesa alle brame degli altri maschi. D'altra parte egli si trova a dover prestare la massima attenzione alle sorti del suo onore perché in Sicilia si è co1 nsiderati « cornuti» sempre che la propria donna abbia avuto rapporti veri o presunti con un altro uomo,· sia prima che dopo il matrimonio. E dico « veri o presunti» perché quello che conta non è l'entità del rapporto (semplici parole o relazioni intime) né la sua reale sussistenza, ma la « vox populi ». Un'intervistata ha detto: « In Sicilia l'onore non è qualcosa di intimo, di personale, ma l'onore di ognuno di noi dipende dalla bontà o cattiveria, dall'onestà o malvagità dei vicini di casa». E in una « storia di vita» si legge: « Lei aveva tredici anni e lui ne aveva quattordici. Un giorno si videro per mezz'ora nella piazza del paese. Qualcuno, perciò, glielo andò a dire al padre di lei. Appena questo lo viene a sapere, piglia e va subito dal padre del ragazzo, perché quello subito, doveva riparare. Quel santo cristiano, giusta1nente, non ci voleva sentire a riparare al « non fatto ». Però, pure lui ci doveva pensare alle malelingue: che quando una ragazza è sparlata, i parenti, per forza, devono avere soddisfazione. Nacquero discussioni e controdiscussioni; finché un giorno,, un uomo che, in paese, era 'ntisu, manda a· chiamare le due famiglie per chiarire. Quando tutti i parenti sono arrivati, gli uomini si mettono in una stanza, e le donne in un'altra. A questa riunione c'erano tutti i parenti e gli amici dei due ragazzi. A un certo punto, nella stanza dei maschi, siccome ci andarono prevenuti, come fu, come non fu, il padre della ragazza esce la pistola e spara: a1nmazza a due e ne ferisce ad altri due ... Però in paese. nessuno ora p·uò avere a che dire sulla ragazza ». La parte centrale del libro, insomma, descrive una terra geograficamente e socialmente iso,lata, una regione squallida e terrificante, arretratissima ed irrecuperabile, che soggiace ad esasperate manie sessuali, a barbarici criteri d'onore, a sistemi ordalici di giustizia. Sicché, quando l'Autrice, tutto ad un trat~o, conclude che « la società patriarcale è in crisi», non si riesce a capire di dove può esserle piovuta. una simile idea se non dalla fantasia o da altre osservazioni accortamente taciute nel testo con poco rispetto per l'obiettività scientifica. Ma potrebbe anche trattarsi di superficialità metodologica e di incoerenza: la sociologia applicata fa spesso questi brutti sc~erzi a chi ne usa incautamente, fornendo impressioni generali non corrispondenti ai dati raccolti. Proprio per questo, le idee più tranquillamente accettabili ed utilizzabili del libro sono quelle non suffragate dalle « storie di vita » ma dal parere personale della Harrison: la verità consolante per cui « anche la Sicilia, inserita nell'irreversibile processo di sviluppo mondiale della società 99 Bibliotecaginobianco

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