Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

.. Mezzogiorno, classe dirigente, centro-sinistra Si trattava, perciò, di cambiare gran parte del personale dirigente meridionale, « in tutte le posizioni che contano», perché tali posizioni · risultavano controllate da uomini che erano stati, più o meno 1 dichiaratamente, fautori delle aperture a destra e si' sarebbero certamente dati da fare per creare impedimenti all'azione del governo· di centro-sinistra e per sabotare i programmi approvati dalla nuo-va maggio·ranza. Conclusione di quel nostro discorso del febbraio 1962 - dopo il Congresso di Napoli della DC e mentre si formava il governo dell'on. Fanfani con l'appoggio esterno dei socialisti - era pertanto questa e no•n poteva essere che questa: l'apertura a sinistra non deve essere l indolore; deve, anzi, riuscire molto dolorosa per gli ambienti che tradizionalmente hanno detenuto il potere nel Mezzogiorno. Ciò significava che, per cogliere la nuova « occasione » presentatasi per il Mezzogiorno e nel Mezzogiorno, si dovevano risolutamente sostituire, fra i quadri cui erano state affidate le leve della politica meridionalista, tutti coloro che non davano, serio, affidamento di saper interpretare lo spirito della politica di centro-sinitra e tutti coloro di cui si sapeva che non sono in grado di aprire nuove prospettive allo sviluppo civile del Mezzogiorno,, perché non ne sono capaci o perché no·n vogliono che siano aperte. E pertanto il « co,ntenuto » dell'apertura a sinistra doveva essere nel Mezzogiorno chiaramente qualificato non soltanto i11 base a esigenze di nuovi prorammi da formulare, e di nuovi strumenti da montare per l'attuazio·ne di tali programmi, ma anzitutto e soprattu~to in base all'esigenza che Dorso• aveva a suo tempo indicato come pregiudiziale: l'esigenza di un rinnovamento sostanziale della classe dirigente, per far sì che, dai pro·grammi fo,rmulati e dagli strumenti predisposti, si potesse veramente ricavare tutto quello che se ne deve ricavare sul piano, dello sviluppo• economico e sul piano del progresso civile. Sono passati due anni. È stato autorevolmente osservato, che il governo dell'on. Fanfani ha avuto una funzione di rott11ra. E sotto molti aspetti questo è certamente vero: il governo dell'o11. Fanfani si è, infatti, logorato proprio- perché ha dovuto affrontare di petto· questioni che non si potevano più eludere; inoltre, quel governo si è accollato il difficile e oscuro compito di condurre rapidamente a termine alcune operazioni preliminari ai fini della politica di piano, operazioni a carattere tecnocratico•, come ora suol dirsi, che non potevano risolversi in un rafforzamento di consensi, ma dovevano egualmente essere ' . iniziate e portate avanti; e vi è anche, infine, tra i meriti del governo presieduto dall'on. Fanfani, come governo di rottura, quello di aver portato al centro del dibattito politico italiano altre questio,ni, co7 Bibliotecaginobianco

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