Calogero Muscarà quelle che consentono di intuire più da vicino su quali dati ambientali si regga la struttura industriale 15 • Le attività manifatturire del Veneto con almeno il 10% dei posti di lavoro del ramo· sono· quelle tessili e del vestiario ( 14 + 15 == 29% ), le meccaniche non elettriche e le industrie della trasformazione dei minerali non metallici (20 + 10 == 30% ), infine le alimentari e del legno (un· 10% ciascuna). Ma in Piemonte, accanto alle tessili ( 19%) hanno gran peso le meccaniche (24%) e le chimiche ( 10% ); in Liguria le metallurgiche, le meccaniche e dei mezzi di trasporto (47% ), le chimiche e le alimentari (10% ciascuna). Provincia per provincia, la struttura dell'economia manifatturiera del Veneto conta sempre le stesse attività che si riscontrano· nella media, anche se le percentuali variano da luogo a luogo. Solo a Venezia poi hanno un certo peso le industrie metallurgiche (10%) e a Verona le chimiche (8%), altrove molto meno importanti. Ma nell'insieme ritornano sempre ai primi posti le industrie tessili e del vestiario, le meccaniche non elettriche e le metallurgiche, quelle del legno e le alimentari (dati del 1961). Ancora maggiore affinità, se possibile, rivela la struttura demografica e sociale della regione e delle singole provincie. Basterà qualche dato: se si esclude Venezia, che fa caso a sé, il rapporto tra popolazione del comune capoluo·go e popolazione della provincia oscilla tra il 15 ed il 30%. Il tasso di natalità, in queste condizioni e nonostante le contrazioni verificatesi nell'ultimo cinquantennio, si tiene ovunque assai elevato (dal 14 per mille di Belluno· al 17-19 per mille di Padova e Vicenza). Nell'ultimo decennio, la popolazione avrebbe dovuto dunque aumentare ad un ritmo assai alto e discosto affatto da quello delle altre regioni dell'Italia settentrionale. I 3,8 milioni del '51 avrebbero dovuto, cioè, diventare 4,3 milioni nel '61, con un incremento di 500.000 unità ad un tasso quasi doppio (mediamente) di quello del paese. I due ultimi censimenti registrano viceversa una diminuzione di 80.000 abi15 Circa il processo di sviluppo si veda quanto annota il GASPARINI (Le provincie venete nell'ultimo cinquantennio, 1st. reg. per lo svil. econ. e sociale del Veneto, vol. 1., pag. 321, Venezia, 1960). « Nel Veneto aumentò in modo sensibilmente più rapido che per l'intero Paese e per le altre regioni dell'Italia settentrionale il numero degli addetti alle attività industriali. Il più sensibile incremento demografico e la dinamica abbastanza rapida delle attività terziarie, ma con ritmo minore di qu~llo riscontrato nelle attività industriali, non permise, a causa del forté peso iniziale dell'occupazione agricola e della sua quasi stazionarietà sino al 1951, di raggiungere una distribuzione della popolazione attiva per rami produttivi corrispondente ad uno stadio di sviluppo più avanzato. Il processo di sviluppo economico e di aumento del reddito pro-capite e, parallelamente, il livello di occupazione venivano nelle provincie venete, a dipendere, più che in altre aree, dalla dinamica del sistema industriale ». 86 Bibliotecaginobianco
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