Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

Bernard Kayser agli esperti, e, soprattutto, ai giornalisti, che, da qualche anno, descrivono a forti tinte i danni e gli immediati pericoli derivanti dall'erosio.ne? Si cercherà di rispondere ·a questa domanda traendo alcuni esempi dalla disgraziata realtà lucana cl1e, sul versante tarantino, riunisce non solamente tutti i tipi di frane, ma anche, in generale, tutte le forme di erosione. Poiché le frane, su cui qui particolarmente intendiamo soffermarci, no11 sono affatto i soli dan11i provo-cati dall'erosione. Profondi fossi solcano· le pianure, per effetto· di secolari asportazio,ni di terra arabile 1 ; ed i campi lavoratì, anche se sub-orizzontali, a causa della compressione e della dispersione dell'argilla, te11dono .a diventare sempre più compatti, o sono devastati da una rete capillare di rigagnoli. Sulle colline, i ripidi c_alanchi - su cui, a causa dell'instabilità del terreno, anche la più rustica delle vegetazioni trova difficoltà a prender piede -, formano grandi distese, che fanno pensare ad un paesaggio lunare. Nella montagna, i torrenti, ogni inverno, impediscono il rimarginamento di profonde incisioni. Ma ovunque, nelle pianure, nelle colline, nelle montagne, la frana è presente o incombe minacciosa. Do•vunque? La situazio,ne sarebbe allora disperata, e bisognerebbe concludere ch_e i giornalisti hanno ragione. Ma l'ubiquità, in effetti, non significa la totalità: le frane sono disseminate ovunque, ma costituiscono· fenomeni localizza_ti nel tempo - e nello spazio, che si sviluppano, inoltre, in condizioni così particolari che sarebbe pericoloso trarne - per quanto riguarda gli aspetti generali del pericolo dell' erosione - qualunque indicazione teorica di ordine generale. Ciò, appunto, ci proponiamo di dimostrare. La complessa serie delle argille, delle marne, e della sabbia depositata dalla fine dell'era terziaria all'inizio dell'era quaternaria, tra i contrafforti dell'Appennino a ovest, e le Murge e la Puglia ad est, nel prolungamento del golfo di Taranto, è particolarmente soggetta a frane. Abbiamo avuto occasione di osservarvi, durante il piovoso inverno 1957-'58, il rapido andamento di frane catastrofiche. Non lontano eia Matera, un improvviso smottamento franoso ha interrotto, dalla sera alla mattina, la strada della frazione La Martella e devastato alcuni campi coltivati. La roccia, in quel luogo, è costituita da marna molto mo·bile, sabbiosa, umifiçata quel tanto in superficie .da costituire un terreno agrario. La sede, 1norfologicamente poco accidentata, della frana ora descritta, è rappresentata da un rilievo, modellato in forme dolcemente digradanti, che sembra l'estrema propaggine di un antico·, vastissimo slittamento del terreno. Su questo rilievo, si 1 Vedi, di Bernard Kayser stesso, « I terreni e l'erosione del suolo nell'Italia meridionale», di prossima pubblicazione in edizione italiana (n.d.t.). 66 Bibliotecaginobianco •

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