, • Rocco Palestra deficienze » degli studi e delle sperimentazioni nel Mezzogiorno. Vicinelli osservava che c'è « uno stretto legame di tutta l'agricoltura all'ambiente», che impedisce di pro,fittare dell'esperienza e deJla sperimentazione altrui. Di conseguenza egli auspicava che da noi, nei dué ambienti del Nord e del S11d, « deve assolutamente organizzarsi, impostarsi una serie di ricerche di _ base»; e che è necessario « sviluppare poi le relative ricerche applicative sempre più dettagliate, sino ai microambienti di periferia». Citava, poi, il caso della Stazione di Agrumicultura di Acireale, dove, oltre il direttore, vi sono appena « due o tre assistenti e pochi incaricati », quando a Riverside, in California, dove l'importanza dell'agrumicultura non è superiore a quella italiana, « vi sono cento sperimentatori». E si richiamava infine allo schema Vanoni dove « il fondamentale valore della sperimentazione e della relativa divulgazione per l'agricoltura italiana era stato posto in estrema evidenza». Ma « questi concetti » non hanno avuto un seguito; e i bilanci dello Stato, pur avendo dato molto all'agricoltura, « quasi nulla continuano a concedere a questo settore», della sperimentazione. *** Sarebbe fuori luogo ricercare le ragioni del perché in Italia gli studi scientifici ebbero sempre scarso aiuto. Oggi sembra possibile, però, una sensibile evoluzione. Si dice che saranno dispo,nibili, nel 1964, cento miliardi di lire: 75 dallo Stato e 25 dall'industria. Si avrebbe così un aumento rispetto ai 60 miliardi che si stima siano stati spesi fin'ora (la cifra è errata per eccesso); ma sarei:nmo ancora ben lontani dal 2% del reddito nazionale, che, se stimato in 20.000 miliardi, comporterebbe una spesa di 400 miliardi per l'intero settore della ricerca scientifica. Il pericolo che si profila è che dei 75 miliardi statali ne vada ben piccola parte all'agricoltura. Forse si giudicheranno bastevoli i due miliardi del Piano Verde, o vi sarà una gara tra Facoltà e Stazioni Sperimentali, tra Ministero dell'Istruzione e quello dell'Agricoltura, gara in cui il perdente sarà la sperimentazione agraria. Sembra che si sia veramente di fronte ad una forte incomprensione; ed in questo clima non c'è speranza di veder sanata la vecchia, grossa, dannosa disparità tra Nord e Sud. Certo è che l'ambiente politico, non ostante tutti gli esempi in contrario, è lento ad assimilare la convinzione che la ricerca scientifica debba essere considerata come una forma d'investimento capace di influire utilmente sullo sviluppo agricolo. Sta di fatto che oggi vi sarebbero ragioni più n11merose e più importanti per attuare un programma di ricerche, di fondo ed applicate, in agricoltura. Nei paesi di lingua inglese si sta accumulando una larga letteratura, anche di fonti ufficiali, su quello ch'è stato definito l'« ambiente sintetico» (L. flerber, Our Synthetic Environement - A. A. Knopf - New York 1962). Non sembra un ambiente piacevole. Dalla lettura di una parte della bibliografia sembrerebbe che l'argomento vada studiato e sorvegliato da vicino e che sarebbe assai pericoloso ignorarlo. I componenti di questo nuovo 48 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==