Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

Editoriale Il velo di tragedia che è calato d'improvviso sul mondo il 22 novembre per l'assassinio del presidente Kennedy non si è attenuato col passare dei giorni e delle settimane. Certamente, nel suo complesso il ceto dirigente degli Stati Uniti ha mostrato di essere alla misura del dramma del qitale s'è trovato suo malgrado protagonista: la tregua di un mese tra i partiti proprio in quello che è un « anno elettorale » decisiyo, il dinamismo del nuovo presidente ed insieme il senso di responsabilità con cui egli ha tenuto a sottolineare la continuità della politica estera ed interna americana, la stessa contenuta emozione del paese, tutto ciò ha rivelato un grado di maturità che pare aver stupito qualche europeo. Coloro che avevano pensato che gli Stati Uniti fossero diventati una sorta di staterello centro-americano, preda di complottatori e di golpistas sono stati presto disingannati: non basta la morte, la morte tragica di un presidente, e sia pur di un grande presidente, per mettere in ginocchio la democrazia americana. Pure, tutto ciò riconosciuto, bisogna aggiungere che l'assassinio di Kennedy, brittale ed assurdo, ha scavato un vuo,to che resta intatto tuttora e che la classe dirigente degli Stati Uniti dovrà colm.are nei prossimi mesi. I nostri lettori ricorderanno che noi non siamo stati fin dal 1960 grandi ammiratori di Kennedy; e che comunqt-Le,nel coro quasi universale e forse un po' piatto delle lodi, abbiamo tentato di assumere un atteggiamento non già di riserva, ma di valutazìone critica delle luci e delle ombre dei programmi di Kennedy e delle prime esperienze della sua équipe di governo. Ora giova dire - e non è certo soltanto il rispetto per la sua morte e per il 1nodo di questa morte che c'induce a dirlo - che il presidente nell'ultimo anno era veramente cresciuto a leader della più grand~ democrazia dei nostri tempi, e ad esempio di un modo nuovo di porsi i. problemi di questi tempi e di fare politica. Egli nella crisi di Cuba aveva mostrato la capacità di intuire il momento in cui bloccare il più temibile degli avversari che mai avesse avuto il suo paese; e l'aveva fatto vittoriosamente, evitando l'umiliazione di tale avversario e .l'olocausto dell'umanità. E po-i, con gli accordi di Mosca sulle ~imitazioni degli esperimenti nucleari, aveva r11ostrato il coraggio intellettuale, prima ancora che politico, di uscire allo scoperto dall'impostazione politica che l'aveva visto vittorioso•, per avviare una trattativa della massima 3 Bibliotecaginobianco

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