P. A. Allum di quel governo. Si doveva lavorare entro gli schemi capitalistici della società inglese. Le limitazioni economiche che tale situazione imponeva non furono mai superate. La cooperazione dell'industria e della finanza privata aveva un prezzo, lo ha sempre avuto e no11 vi sono motivi perché non debba continuare ad averne uno. I leaders laburisti Io accettarono allora, come probabilmente faranno per il futuro. (Si deve ricordare che la classe governante inglese usciva dalla guerra con gli onori della vittoria, e non umiliata dalla sconfitta). Questo atteggiamento era viziato da contraddizioni di base che si rivelarono nel 1948 quando Sir Stafford Cripps (cancelliere dello Scacchiere) disse al Congresso della Trade Union che « vi era solo una torta di una certa dimensione e se in molti avessero voluto una fetta più grande, essi avrebbero potuto ottenerla solo prendendola da altri » come se quella non fosse la raison d'etre di t1na reale esistenza del Partito lab,urista. Così, non solo si dovettero accettare le limitazioni o,ggettive all'azione del Partito Laburista, ma anche quelle insite in esso - cioè una certa timidezza. Con1e Mr. Hobsbawm sottolinea nel suo saggio, il Partito laburista non ha mai realmente vi11to la sua « consueta pro.pensione ... a trasformarsi in un'appendice minore nella classe di governo britannica. Il Partito Laburista... si è persistentemente comportato come se il go1 vernare (ad eccezione di reali intervalli) fosse compito delle classi di governo ». Ciò detto, dobbiamo essere attenti a non trascurare le mete positive e permanenti raggiunte dal governo lab11.- rista che furono, sotto 1nolti aspetti, le realizzazioni più positive e durevoli del periodo post-bellico. Pieno impiego e Welf are State segnano: una rottura fondamentale con gli oscuri anni trenta, ancl1e se le varie nazionalizzazioni toccavano solo pubblici servizi già in enorme deficit, come le ferrovie, e industrie e miniere e altre attività in si1nili _condizioni. Tutti questi cambiamenti, i più positivi e i meno positivi, dettero l'impressione di un rivolgimento sociale, che incominciò ad essere designato come « rivoluzione silenziosa », che si credeva avesse cambiato il volto dell'Inghilterra, ma in realtà toccava più la superficie che la sostanza. Nondim.eno, la sensazione persistente che le cose erano cambiate era importante, perché dette origine ad un mito, senza il quale molto di ciò che è accaduto da allora in poi non è intellegibile. A partire dal 1948 le classi inglesi al governo superavano il loro iniziale timore ~ cominciavano a ritrovare il loro coraggio. Tuttavia, non era nel loro interesse proclamare che poco era cambiato; esse gridavano che in realtà il peggio doveva ancora giungere, sebbene socialmente esse agissero come se non fosse così. Questo era il periodo in cui si faceva credito a Butler di aver convertito il partito conservatore ad accettare il benessere nazionale e la rivoluzione silenziosa. Il suo compito, tranne che nei riguardi di pochi testardi che erano più impressionati dalla superficie delle cose che _dalla sostanza, era tanto più facile in quanto vi era stato un così piècolo cambiamento nella sostanza. Era, infatti, accaduto soltanto che processi già in evoluzione prima della guerra si erano trasformati in istituzioni. Sopratutto l'Educazione Nazionale, - che è sempre stata la chiave per la mobilità sociale in Inghilterra, - era stata apparentemente democraticizzata dal 40 · Bibliotecaginobianco
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