Mario Pacelli un lucro da parte del Comune stesso. Né si dica che all'edilizia libera si rivolgeranno solo i cittadini n1aggionnente dotati di mezzi finanziari e quindi in grado di acquistare una abitazione ancl1e aq un prezzo più elevato. Si tratta, infatti, di salvaguardare un principio di carattere generale che non può tollerare eccezioni per alcun motivo: o si stabilisce che nessuno, ente pubblico o privato cittadino, può acquisire a proprio favore il maggi?r valore acquisito da un'area edificabile, trattandosi di un lucro, indebito, in quanto non derivante da un processo produttivo, oppure si cominciano• ad introdurre eccezioni che, a parte ogni altra considerazione, offrirebbero l'occasione a facili polemiche e ad altrettanto facili raffronti. Per quel che riguarda il secondo problema a cui si accennava, costituisce senz'altro un fatto positivo l'aver riaffermato che la pianificazione urbanistica deve avere ad oggetto la struttura generale del territorio e deve essere quindi coordinata con la programmazione economica. Ciò significa aver compreso che i fatti di insediamento, specialn1ente in un Paese in via di rapida industrializzazione come il nostro, debbano essere regolati e disciplinati nel quadro generale dello sviluppo economico. Bisogna anche aggiungere, però, a dissipare ogni equivoco, che il coordinamento delle iniziative sul territorio avverrà non solo in modo da eliminare ogni po,ssibile strozzatura e da incentivizzare lo sviluppo economico, ma anche in modo da p,romuovere quello sociale. Per esempio, attraverso una opportuna scelta ubicazione dei nuovi insediamenti indt1striali, o di quelli in via di trasferimento, dovrà procedersi alla eliminazione di quelle condizioni di sovraffollamento che si riscontrano attualmente in modo particolare nelle aree metropolitane e che inducono gli ultimi arrivati a ridursi in abitazioni-rifugio• e che poco l1anno dell'abitazio 1 ne e molto del rifugio. CQsì dovranno anche essere create le condizioni opportune affinché nel futuro abbiano a cessare quei movimenti pendolari di lavoratori, la cui imprevedibile consistenza è stata anche accertata in una recente inchiesta condotta a Torino, inchiesta che ha dimostrato quanto sia grave anche sul piano sociale questo problema. Attualmente larghi settori delle forze di lavoro sono impegnati per una riduzione dell'orario di lavoro come conseguenza del progresso tec11ologico e dell'aumentata produttività delle imprese. I benefici conseguiti dai lavoratori in questo campo sono destinati eviden~emente ad a11nullarsi qualora essi debbano impiegare diverse ore gio·maliere per trasferirsi dal luogo di residenza a quello di lavoro e viceversa. Da tutto quanto detto fin qui risulta abbastanza evidente la necessità di dare inizio ad un nuovo capitolo della problematica urbanistica; di passare, cioè, da una fase in cui la n1èta più vicina da raggiungere era costituita dalla adozione di nuove norme in materia, ad una nuova fase, nella qua~e la nuo1 va disciplina urbanistica non rappresenti più un fine, ma èostituisca un mezzo, uno strumento di progresso sociale. È vero che la nuova legge è ancora cosa al di là da venire, ma tutto fa ritenere che essa non si farà ancora attendere molto. ., L'impegno, quindi, di tutti coloro che più o meno da vicino e sotto 38 Bibliotecaginobianco
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