Mario Pacelli si accennerà brevemente, salvo ritornare sull'argomento in una prossima . occasione. L'urbanistica nasce essenzialmente come f~tto culturale per divenire successivamente un problema di scelte politiche. Ma quando le scelte siano state fatte, si apre immediatamente una nuova problematica: quella delle ulteriori finalità da pers-egi.1irsi mediante i nuovi strumenti a disposi- . z1one. Quando si dice che la disciplina urbanistica è diretta a regolare l'ordinato sviluppo dei centri urbani, e, più in generale, che solo attraverso la pianificazione territoriale è possibile pervenire ad un'organica sistem.azione del territorio, si affermano senza dubbio cose esatte, ma che, peraltro, possono essere assunte più come enunciazioni di principio che come regole di azione concreta. Occorre quindi pervenire ad una ulteriore specificazione dei principi generali già affermati, affinché questi possano trovare effettiva realizzazione nell'azio-ne dei pubblici poteri. Una riprova di questo assunto la si può avere considerando il problema, ad esempio, delle aree fabbricabili. Sotto il profilo esclusivamente econon1ico è stata più volte messa in luce la circostanza che gli investimenti in questo settore, investimenti spesso considerevoli, data la sussistente possibilità di realizzare lucri elevati, danneggiano l'economia nazionale, in quanto diretti solo a fini speculativi e non produttivi. Sotto il profilo sociale, è stato pure rilevata la profonda ingiustizia dell'attuale sistema, che addossa alla comunità il costo dei nuovi insediamenti, mentre, del m~ggior valore conseguito dalle aree, vengono a lucrare esclusivamente i rispettivi proprietari, o per lo meno quelli tra loro più « fortunati». Basterebbero, quindi, queste due ragion~ a co,nvincere della necessità di . introdurre un sistema che elimini la possibilità di una speculazione sulle aree, finalità che può essere perseguita con diversi sistemi, ma di cui il più radicale è senz'altro quello dell'esproprio generalizzato. Occorre inoltre aggiungere che togliere a tutti coloro che l'hanno avuta fino ad oggi la possibilità di realizzare un lucro a carico della comunità, acquisendo il maggior valore delle aree, vuol dire senz'altro facilitare la formazione dei piani urbanistici ai diversi livelli, sottraendo gli organi a ciò p,redisposti all'attuale sistema di pressioni e di ingerenze, esercitate nella fase di formazione del piano proprio in vista del lucro che sarà possibile conseguire (o, nella migliore delle ipotesi, per allontanare la possibilità di un danno) in conseguenza della destinazione delle aree. In tal modo i piani urbanistici non saranno più l'espressione, come spesso purtroppo avviene al mo,1nento attuale, di più o meno lodevoli compromessi fra i vari interessi, ma effettivamente risponderanno ad oggettivi criteri di convenienza per la co.munità. Ma quando anche le finalità di cui sopra siano state raggiunte, si sarà giunti solo a metà strada. Lo scopo ultimo da perseguire rimane, infatti, quello di facilitare l'accesso alla proprietà o all'attri)Juzione in locazione di un alloggio moderno e confortevole da parte di tutti i cittadini, anche quelli 36 Bibliotecaginobianco
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