Giornale a più voci atteggiamento paternalistico e autoritario da parte dello Stato che, per timore di perdere il controllo, non ha voluto spingere il processo di tra .. sformazione oltre i limiti di un'operazione sul terreno. Ora, è certo che l'intervento nell'agricoltura non avrebbe comunque salvato il Mezzogiorno, né evitato la fuga delle po,polazioni rurali verso le città; ma è anche vero che quel che co,ntava soprattutto, per non ritrovarsi in ultimo con le mani vuote, era di dare un senso alla nuova politica, di perseguire un'azione fino in fondo. E ciò non è stato fatto perché è mancata, a metà strada, una seria volontà di trasformazione, che si sarebbe potuta realizzare solo con il concorso degli assegnatari e che avrebbe finito· per aiutare la scomparsa dei vecchi difett1 e la nascita di un nuovo tipo di società contadina, com'è avvenuto in certe zone del Centro-nord. Ciò avrebbe dato vita, nel tempo, ad nna classe dirigente non più condizionata supinamente agli Enti di riforma e alle mediazioni politiche, ma sicuramente più consapevole e più attenta ai p,roblemi dello sviluppo territoriale e co1 munitario. Scrive il Rossi-Doria: « Questo timore (del governo verso le organizzazioni di sinistra e i partiti d'opposizione) ha di fatto sbarrato la strada ad ogni educazione democratica dei contadini e ha spinto la Democrazia cristiana a servirsi degli enti di riforma a fini poli tic i. I servizi sociali degli enti, in particolare, che molto avrebbero potuto fare per l'educazione dei contadini e per avviarli ad una sana vita cooperativa, sono di fatto divenuti strumenti politici per aumentare la forza elettorale della Democrazia cristiana nelle zone di riforma ». Qualcosa di assai simile si sta ripetendo con l'industrializzazione, anche se in apparenza l'orientamento dato dagli organi centrali sembrerebbe fondamentalmente diverso, per non dire opposto. Le premesse erano e restano quelle di sollecitare le iniziative locali 1nediante una serie di provvedimenti abbastanza audaci (dalle infrastrutture al credito agevolato, alla creazione dei Consorsi d'industrializzazione, etc.). Di fatto, si sta verificando che la rnaggior parte delle iniziative industriali che sono sorte o che stanno sorgendo nelle regioni del Mezzogiorno sono opera di capitale forestiero: e se ciò non manca di produrre effetti benefici sulle economie locali, no,ndimeno ripropone in termini macrosco,pici la via tradizionale, colonialistica, cl1e è quella tipica dell'investimento privato nei paesi arretrati. I piccoli imprenditori locali, mal sostenuti dal credito e in evidente ritardo tecnologico, si diqattono fra mille difficoltà. Gli istituti di finanziamento autorizzati funzionano con criteri non dissimili da quelli bancari, concedendo prestiti solo in presenza di garanzie. E i Consorzi industriali, che do,vrebbero essere un po' il cervello delle iniziative locali, vivono ancora in una sorta di limbo, con in mano un p-otere che non è un potere e, soprattutto, senza una visione chiara ed organica della politica da svolgere. · In queste condizioni è arduo sperare che possa nascere un sud almeno, consapevole, se non competitivo. Il problema di fondo rimane ancora e sempre quello di dar vita ad una partecipazione dal basso, senza della quale non è possibile pensare ad un vero rinnovamento. È sufficiente viaggiare e 31 Bibliotecaginobianco
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