Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

Note della Redazione alla carità di campanile. Per qualche anno, inviati, corrispondenti, cronisti hanno trovato nelle vicende di Pascalone 'e Nola e della camorra vecchia e nuova che alligna nelle campagne e nei mercati ortofrutticoli una fonte pressoché inesauribile di « servizi » o la chiave per interpretazioni più o meno attendibili di alcuni aspetti della realtà napoletana. Era ancora ben ricco questo filone allorché i ritrovamenti di topi, rettili ed altri animali od oggetti egualmente repugnanti, 11elle bottiglie di latte prodotto alla Centrale Municipale, ne hanno creato un altro, non 1neno ricco, alimentato dalla tematica della « camorra del latte », la cui attualità è durata sin quando cruente sparatorie verificatesi nel mercato ittico di Napoli, non hanno pere11toriamente segnalato anche l'esistenza. di u1w « camorra del pesce ». La nostra rivista non ha n1ai sottovalutato la gravità di questi fatti col considerarli meri episodi, ancorché clamorosi, di cronaca nera. Al contrario li ha spesso presi in esame co,ne esen1pi di grosse disfunzioni dell'organismo urbano di Napoli e di colpevoli carenze della classe dirigente cittadina, responsabile ora di ignorare, ora di tollerare, talvolta addirittura di proteggere, in cambio di non chiare, ma intuibili ricompense sul piano elettorale. Per questo riteniamo non si debba trascurare la docitmentata denuncia delle condizioni del Macello Coniunale for111ulata da un docente di Patologia Generale e Anatomia Patologica Veterinaria dell'Università di Napoli, il prof. Giorgio Castellani; denunzia che, trasmessa alla Camera di Comn1ercio, è stata di recente resa nota, nei capi principali, dall'agenzia di stampa dei « basisti» napoletani. Nella relazione del prof. Castellani si parla esplicitamente delle incredibili condizioni igieniche che presiedono alla macellazione delle carni nel mattatoio napoletano, di mancanza delle attrezzature adeguate ad un impianto destinato a servire una popolazione di un milione e duecentomila abitanti, di fatiscenza dell'edificio che ospita il macello e di insufficienza dei locali e delle attrezzature del laboratorio per le indagini sanitarie sulla carne -in entrata e in uscita. 1,utte queste deficienze sono tanto più gravi a Napoli, città ove da qualche tenipo i più illuminati settori dello schieramento politico comunale hanno iniziato una battaglia per estinguere la piaga della macellazione clandestina - e quindi senza controllo igienico - delle carni (con annesse sopraffazioni e lotte tra gli esercenti tale attività) e per impedire che, come finora è avvenuto, siano alcuni stabilimenti privati, e non il Macello municipale, a trattare e ad immettere al consumo la maggior parte della carne destinata ai napoletani. Battaglia importante anche sul piano politico, perché rivolta ad evitare che pure il « mercato delle carni » divenga lo strumento di un gruppo di pressione a livello cittadino, il che, peraltro, si sarebbe già verificato, se è vero che qualche consigliere comunale, ben noto per tempestive fughe 4allo schieramento laurino alle file democristiane, deve la sua elezione appunto alla posizione di potere acquisita grazie a tale mercato. Non è possibile opporsi alle inframmettenze camorristiche nei mercati, al prevalere dell'interesse di pochi privati su quello della cittadinanza, senza preventivamente rafforzare tutte le strutture pubbliche, ed in particolare 27 Bibliotec inobianco

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