Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

NOTE DELLA REDAZIONE La proliferazione delle regioni Lo scorso anno il Friuli-Venezia Giulia come regione a statuto straordinario. Ora il Molise come regione a statuto ordinario. E già c'è chi si agita per suddividere la Puglia in tre regioni a statuto ordinario, Daunia, Terra di Bari, Salento; così come c'è chi vuole la regione della Romagna, quella della Valtellina, addirittura quella della Sabina. Ora, se si vuole che l'ordinamento regionale - e noi siamo favorevol.i I all'ordinamento regionale - si risolva in un clamoroso fallimento, si deve appunto seguire questa strada, la strada che porta a un'assurda proliferazione delle regioni. Le regioni devono essere poche, polarizzate, come suol dirsi, intorno a una grande città, a una metropoli regionale, che possa assolvere a una funzione di organizzazione ed anùnazione della vita regionale. E inoltre le regioni devono essere concepite e delimitate non come regioni storiche, ma come regioni-programma, con funzioni di raccordo territoriale nella prospettiva della politica di piano. Aver approvato, con tanta leggerezza, l'istituzione di una regione del tutto priva di organicità, e concepita in base ad irrilevanti aspirazioni campanilistiche, carne il Molise, dimostra che i nostri parlamentari non hanno meditato quanto avrebbero dovuto sul pericolo che una proliferazione delle regioni presenta dal punto di vista della funzionalità dell'ordinamento regionale che si vuole e si deve attuare; e non hanno valutato le nuove esigenze che militano a favo re di una revisione delle delimitazioni territoriali di regioni che si dicono storiche, ma che, come ha dimostrato Lucio Gambi in un suo saggio, sono in buona parte anacronistiche, perché certi fatti di grande peso hanno modificato la geografia del paese. Riprenderemo e approfondiremo in altra sede e in un altro momento questo discorso. Qui ci lùniteremo a raccomandare che ci si opponga recisamente alla istituzione di nuove regioni e che si con1inci invece a studiare seriamente la realtà regionale del paese, quale si è venuta configurando negli ultimi anni: nella consapevolezza che le regioni devono essere organiche e funzionali come strumenti al servizio di una tecnica liberale della pianificazione e che ogni subregione deve aspirare, non ad essere promossa regione a sé stante, ma ad essere parte di quella regione verso la cui metropoli tende a gravitare. Regioni come il Molise e il Friuli -Venezia Giulia sono destituite di. qualsiasi fondamento geografico, econo711ico, urbanistico, sono residuati di concezioni campanilistiche deteriori, sono · inu.tili e dannose; e coloro che le hanno volute, non sapevano quel che facevano. E se poi si è creduto, per quanto riguarda il Friuli -Venezia Giulia, che le pretese ragioni politicoetniche derivanti dalla situazione al nostro confine nord-orientale e le ragioni 23 Bibliotecaginobianco

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