Nord e Sud - anno XI - n. 49 - gennaio 1964

'\ Marisa Càssola l'interesse per il ritratto psicologico, l'esigenza di adeguare il linguaggio al ritmo di un discorso interiore. Il tono torna ad essere quello della memoria, della « cronaca familiare», perché è proprio attraversò i ricordi che il protagonista ricostruisce la storia della sua difficile maturazione morale. Anche qui la vicenda è posta in un preciso momento storico, ma il clima po,stbellico, in cui è ambientata, offre un p,anorama mo,lto rimpicciolito rispetto ai pro·blemi eroici del tempo di Metello, e alle vaste prospettive storicosociali presentate ne Lo scialo. Ci appare, nella prima p-arte del libro, una Firenze inedita, coi giardini p·ullulanti di negri e di americani, di speculatori e di « signo,rine ». È, quello del dopoguerra, un mondo 1 do·ve c'è posto per tutti, per il comunista e per il prete, per l'ex fascista e per l'ex partigiano; e, se anche il proletariato riprende tenacemente la lotta sindacale, l'urto delle forze non è più violento e significativo come tempo addietro. In questo ambiente apparentemente tranquillo·, ma denso in realtà di interne tensioni, scorre l'infanzia dell'eroe di Pratolini, che, ancora una volta, è un esponente della classe operaia e ne rappresenta, come Metello, l'attiva intelligenza e la sana forza morale. Cresciuto all'ombra degli affetti domestici, Bruno non tarda a liberarsi dai ceppi della gelosa protezione materna, e, avvertendo il bisogno di pensare ed operare secondo r~gione, demolisce a poco a poco l'immagine della realtà che gli veniva porta dalle illusioni giovanili. Divenire adulti significa, nel mondo attuale, sostituire al do,minio del sentimento quello della ragione, ribellarsi alle vecchie generazioni che « hanno consumato la vita in un modo pieno di compromessi .e di contraddizioni». Ivana, la madre del protagonista, è una creatura tutta istinto « che non si era mai chiesta la ragio11e di nulla», « che si era cullata nei sentimenti più banali e più ambigui ». Con spietato rigore Bruno, ancora fanciullo, fa cadere a poco a poco i miti di cui ella si era fatta uno scudo, primo fra tutti l'assurda speranza di un ritorno del padre, morto in guerra. Poi, in un impeto d'ira, il ragazzo mette alla porta Milio, un amico di famiglia che gli ha fatto da tutore, credendolo, a torto, l'amante della madre. Fra gli amici d'infanzia, quasi tutti deboli e sbandati, Bruno è il solo a mantenere intatta una sua regola di vita politica e morale. La cima delle sue aspirazioni è un posto fisso alla « Gali », l'industria più p,rogredita della città, e per questo rifiuta la lusinga di un'istruzione universitaria, che gli farebbe tradire gli ideali della sua classe. Fortunato in amore, come tutti gli eroi di Pratolini, si concede una serie di avventure occasionali finché non incontra Lori, la do:nna del destino, e accanto. a lei co,nosce « quella felicità che non si racconta ». È a questo punto che la maturità di Bruno, tanto consapevolmente conquistata, viene messa a dura prova: Lori, dopo pochi mesi di amore, muore all'ospedale, stroncata da un male fulminante, e negli ultimi giorni di vita rivela inconsciamente un suo passato di errori, e tutto il tessuto di menzogne di cui l'aveva coperto. La fede nella ragio,ne sembra crollare, sopraffatta dall'ingiustizia e dall'ambiguità dell'esistenza. Ma poi Bruno si riprende, riaffer1na il suo bisogno di chiarezza di fronte ad una realtà dove verità e menzogna sono così crudelmente mescolate insieme, 98 Bibliotecaginobianco

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