Il PSI e la politica estera sacrosanta che gli attuali dirige11ti dell'Unione Sovietica stanno~ difendendo in polemica con i dirigenti del Partito comunista cinese. E siamo anche convinti che, partendo dalla difesa della pace, cl1e costituisce l'elemento centrale della polemica fra il Partito comunista sovietico e il Partito comunista cinese, è inevitabile che, a una scadenza forse lunga, i comunisti si pongano anch'essi seriamente il problema della democrazia; perché, se si vuole assicurare un clima di tolleranza e di comprensione nei rapporti internazionali, bisogna anche estendere una concezione di tolleranza e di comprensione nei rapporti interni. Allora, molte cose potranno cambiare anche nel nostro paese. Le conclusioni raggiunte su questi problemi dal 35° Congresso Nazionale del PSI sono conclusioni estremamente chiare, le quali tendono a dare assicurazioni a tutti coloro che chiedono. al Partito socialfsta italiano di assumere chiaramente le proprie responsabilità, nel proporsi il raggiungimento dei suoi obiettivi tradizionali. In particolare, sul tema più delicato della forza multilaterale, il Congresso del PSI ha ritenuto che esso vada affrontato « in relazione alla proposta laburista di rinuncia a un deterrente autonomo britannico, nonché alla prospettiva oggi molto seria della creazione di zone di disimpegno che faciliteranno la soluzione della questione tedesca ». Il testo della risoluzione finale aggiunge che « il PSI co·nsidera risolto il problema delle basi con il ritiro dei missili americani ». Queste sono le conclusioni alle quali siamo giunti. Una politica non si sintetizza in una frase o in una parola. Ma vi è una parola che - riassume la nostra politica: è la parola « pace », purché ad essa si dia il carattere di una chiara volontà politica di operare perché tutte le scelte possibili e necessarie contribuiscano alla costruzione della pace in Europa e nel mondo. PAOLO VITTORELLI 91 Bibliotecaginobianco
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