Paolo Vittorelli che le dia indirettamente soddisfazione. Questa richiesta potrebbe effettivamente venire formulata n~l prossimo fu~uro, ~d è quindi un problema che sta sul tappeto. Anche noi, con senso di responsabilità, siamo pronti ad affrontarlo. Ma esso non ha quel carattere di urgenza che si vorrebbe far credere. Ed allora, quale atteggiamento assumere? Ci saranno fra alcuni mesi le elezioni britanniche. Se viene al potere un· governo laburista, esso, con molta pro·babilità, rinuncerà a continuare la fabbricazione di armi ato·miche in Gran Bretagna. Ciò non significa la distruzio·ne delle scorte. Talvolta, in colloqui con esponenti del mondo politico americano·, costoro· fanno osservare che, una volta al potere, i laburisti si comporteranno come tutti i governi e non rinunceranno al deterrente nucleare britannico, come dicono di voler fare oggi che sono all'opposizione. Questi interlocutori americani possono pure avere ragione almeno in parte, ma soltanto i11 questo senso: che la Gran Bretagna non distruggerà presumibilmente le sue scorte di bombe atomiche finché non vi sia un accordo generale sul disarmo. Ma è assai probabile che, per ragioni di carattere economico·, oltre che politico e militare, il governo laburista mantenga l'impegno di cessare la fabbricazione di armi ato·miche britanniche. Verrebbe così a determinarsi una situazione interamente nuova, anche nei rapporti fra gli Stati· dell'Europa continentale, e, di riflesso, nei rapporti Est-Ovest. Quello che noi chiediamo al futuro governo italiano è di considera.re . tutta questa complessa situazione con il· senso di cautela e di responsabilità che la situazio·ne stessa comporta; noi chiediamo al governo italiano di non pregiudicare altre scelte possibili, non soltanto per il nostro paese, ma per l'intero mondo occidentale, allo scopo di raggiungere gli stessi obiettivi che interessano anche noi e che perciò non intendiamo compromettere, quando gli sviluppi probabili della situazione internazionale consentiranno scelte più favorevoli al disarmo e quindi alla distensione. In questo senso·, noi riteniamo che si debba favorire in ogni modo la politica di distensione che oggi è in corso tra le due maggiori potenze mondiali, e che le scelte, che noi chiediamo al nostro paese, siano perciò delle scelte, effettuate nell'ambito del mondo occidentale, ma capaci di favorire il conseguimento anche di obbiettivi positivi nella politica interna dell'attuale governo degli Stati Uniti e dell'attuale- governo dell'Unione Sovietica. Noi riteniamo che un contributo concreto dell'Italia alla causa della distensione, il quale assicuri il successo delle trattative fra Stati Uniti ed Unio-ne Sovietica, sarebbe anche un contributo alla causa 90 Bibliotecaginobianco •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==