Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

I problemi europei e la politica economica internazionale redditività della partecipazione diretta all'espansione dei mercati europei. Politica economica e politica estera sono venute dunque direttamente a confronto. Il ridimensionamento della tradizionale politica protezionista non poteva avvenire, peraltro, che per opera di una posizione di principio altrettanto tradizionale, almeno nel campo del pensiero economico e nel mondo anglosassone: il principio del libero scambio. Ma questo, a sua volta, ben si è incontrato con lo spirito della « nuova frontiera » dell'amministrazione Kennedy; ne è conseguito che il governo americano ha proposto di saggiare proprio sul terreno commerciale il « grande disegno » kennediano della comunità atlantica, o per meglio dire del partnership euro-americano. Con ciò non solo giovando alla economia americana, diranno i governanti americani, ma offrendo a tutti i paesi i grandi benefici di un grande mercato internazionale unificato. Tuttavia, se si va a considerare quale sia la portata reale del rovesciamento della linea protezionista americana, qualche cautela è certamente legittima. Gran parte del Trade Expansion Act è, infatti, dedicata alle misure di salvaguardia per i settori economici che fossero eventualmente danneggiati dalla riduzione della tariffa doganale, misure che possono andare dall'intervento statale per il risanamento delle industrie danneggiate dall'incremento delle importazioni (assistenza tecnica, finanziaria e fiscale) e dal pagamento di ·particolari sussidi ai lavoratori disoccupati alla revisione in aumento dei dazi stipulati in base al T.E.A. Ciò senza contare la prevista lista negativa o di riserva (preliminare al negoziato) comprendente i prodotti sui quali gli Stati Uniti non intendono negoziare, e l'esclusione a priori dal negoziato dei prodotti la cui importazione possa pregiudicare la « sicurezza nazionale », sotto forma, principalmente di indebolimento degli incentivi alla ricerca tecnologica ed allo sviluppo della capacità produttiva. È quasi superfluo notare quale peso mantengano qui le preoccupazioni protezioniste e quale pressione abbiano quindi esercitato gli interessi costituiti, ottenendo in sostanza la possibilità di rimettere in questione gran parte degli eventuali risultati di un negoziato. A criteri tutt'affatto politici si ispira infine la concessione al Presidente del potere di negare il trattamento tariffario generale alle merci importante dai paesi ad influenza comunista. S'intende poi come nella strategia del « grande disegno» americano la· prima tappa dovesse consistere nell'~ntrata dell'Inghilterra . nella Comunità Economica Europea. Ciò, tra l'altro, avrebbe reso operante per un buon numero di prodotti la clausola del T.E.A. che consente la riduzione a zero dei dazi quando la loro esportazione dagli U .S.A. 7 Bibliotecaginobianco

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