Giornale a più voci zione stessa. Una soluzione del genere è adottata con ottimi risultati, a quanto si sa, in Inghilterra ed in Francia; e non si vede perché no·n potrebbe applicarsi anche in Italia. Altri criteri insieme con quello della popolazione, come la estensione del territorio comunale, potrebbero utilme11te concorrere nella determinazione del novero dei comuni a cui applicare il sistema di cui si è ora detto, affinché i problemi, le necessità immediate di una parte del comune, di un settore della popolazione cittadina, siano immediatamente sentiti e immediatamente siano risolti. Un inconveniente potrebbe derivare dalla mancanza di un eventuale · coordinamento tra i Consigli di quartiere (o come diversamente si vuol chiamarli) ed il Consiglio comunale. È da ritenersi, però, che tale inconveniente sarebbe eliminato qualora si stabilisse che la competenza normativa ap·partiene esclusivamente al Consiglio comunale. Alla Giunta ed al Sindaco dovrebbe riservarsi la parte esecutiva delle deliberazioni del Consiglio, cioè quelle funzioni di carattere propriamente amministrativo che rivestono importanza generale per l'intera città. La cura degli affari che interessano più particolarmente le varie zone della città potrebbe riservarsi ai Consigli di quartiere, facendo sempre salvo il potere del Consiglio comunale di determinare i limiti di spese che po·ssono essere _I deliberate da ciascun Consiglio di quartiere. Al Sindaco e al Consiglio comunale potreb·be essere riservata la facoltà di annullare le deliberazioni del Consiglio di quartiere entro 30 giorni dalla comunicazione 01 bbligatoria della deliberazione stessa. Una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dall'Onorevole Lajolo ed altri durante la passata legislatura prevedeva la ripartizione dei comuni di Milano, Roma, N'apoli, Genova, Torino, Venezia e Bologna in circoscrizioni e la istituzione di Consigli circoscrizionali. A questi ultimi sarebbero dovute spettare le funzioni di competenza della Giunta e del Consiglio comunale in tem.a di assistenza, di certificati di stato civile e anagrafico, di polizia urbana, di scuole, di opere pubbliche, di trib·uti diretti, di annona e mercati, turismo, sport e giardini. Tali attribuzioni sembrano, in verità, eccessivamente vaste: in particolare non si può consentire nell'affidamento della regolamentazione dei tributi diretti, il che potrebbe essere facile fonte di arbitrio e soprattutto di differenti valutazioni dei vari Consigli di una stessa città, in una materia così delicata. Si potrebbe anche studiare la possibilità che i Consigli comunali, appunto per assicurare un maggior coordinamento fra la loro azione e quella dei Consigli di quartiere, siano composti da un certo numero di membri eletti dai secondi. Si tratta di soluzioni indubbiamente complesse, ma non vi è dubbio che si tratti di problemi da risolversi con grande speditezza, se non si vuole aggravare la crisi già esistente e scavare un solco ancora più profondo fra amministratori e amministrati. MARÌO PACELLI 69 Bibliotecaginobianco
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