Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Giornale a più voci comunale, estendendo la sfera di attribuzioni del Sindaco ~ tutte le materie non specifica1nente affidate al Consiglio comunale. Tale soluzione, però, pre .. senta l'inconveniente notevole di gravare il capo dell'amministrazione cittadina di una serie di compiti che egli, no,n solo nei grandi ma anche nei piccoli comuni, non sarebbe co,ncretamente in grado di· svolgere da solo, vista l'enorme mole di lavoro che verrebbe a ricadere su di lui. È vero che egli potrebb·e valersi di collaboratori da lui direttamente scelti e verso di lui direttamente responsabili; n1a una tale soluzione avreb·be il difetto di burocratizzare ancora di più l'Amministrazione comunale ed allontanare gli amministratori dagli amministrati. Per quel che concerne il Sindaco-, una elezione diretta di primo grado da parte del corpo elettorale del com11ne avrebbe il grave svantaggio di poter dar luog.o a situazioni veran1ente difficili, come quando ad esempio venisse eletto un sindaco di una parte politica che si trovi in minoranza o abbia solo una maggioranza relativa nel Consiglio .comunale. Altro inco11veniente sarebbe la possibilità che il Sindaco, ripetendo il suo potere direttamente dall'elettorato, fosse portato a ritenere di poter attribuire un valore relativo agli orientamenti dell'Assemblea. Taluni so·no portati a scorgere una causa della crisi dello ordinamento comunale nella eccessiva politicizzazione della vita comunale. Ma tale impostazione del problema non può essere assolutamente condivisa. In un sistema democratico la cura degli interessi degli amministrati spetta ad amministratori da loro stessi eletti. Questo. principio, a nostro avviso, comporta che la soluzione di un qualsiasi problema che interessa la cittadinanza deve essere ricercata e trovata innanzitutto sul piano politico, in una assemblea cioè in cui abbiano trovato espressione gli interessi di tutti i cittadini. Grave errore sarebbe il ritenere, come sembra voglia fare il Gelpi, che i problemi di un Comune siano di ordine prevalentemente amministrativo e quindi da Fisolversi su tale piano. A smentire tale tesi, vi sono i numerosi casi in cui si è dovuti giungere ad una gestione commissariale di molti Comuni italiani, proprio· per la in1possibilità di giungere fra le varie parti politiche ad un accordo per l'elezione degli assessori e del Sindaco. Tale accordo presuppone sempre una scelta politica delle alleanze, non raggiungendo alcun partito la maggioranza assoluta nei consigli comunali eletti con sistemi proporzionalistici; n1a, d'altro canto, giustamente si ritiene che queste scelte . non possano non essere inquadrate nei più vasti problen1i politici nazionali. Tra i molti esempi che potrebbero essere portati a conferma di questa tesi, può servire quello dell'Amministrazione com.unale di Roma, troppo noto per essere qui richiamato. È chiaro, quindi, che per quanto detto sopra, non può essere accolta la pr~posta dello stesso Gelpi, perché una maggiore cultura, soprattutto amministrativa, sia richiesta ai consiglieri co·munali; non può essere accolta, proprio perché essi fanno parte di un organo politico e non sono dei funzionari comunali. Per i Comur.ii maggjori, sussiste poi un altro· grave problema: quello 67 Bibliotecaginobianco

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