Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Giornale a più voci gravi del quinto piano economico fr~ncese. Esso è allo stesso tempo politico e tecnico. Sembra, in effetti, da escludere che le riserve naturali di mano d'opera del Mezzogiorno italiano, della Spagna, della Grecia, del Portogallo possano continuare a fornire i lavoratori necessari all'economia francese. Non è a caso che, in occasione di un suo viaggio ad Ankara il Primo Ministro Georges Pompidou ha fatto cenno alle possibilità di lavoro esistenti in Francia per l'eccedenza della mano d'opera disponibile in Turchia: con un tasso di incremento naturale della popolazione dell'ordine del 3% annuo, la Turchia non potrà, infatti, assorbire tutta la sua popolazione attiva nel co,rso del prossimo decennio, nonostante le previsioni di una rapida espansione economica. Ma la concorrenza sul mercato europeo della mano d'opera è accanita ed altri paesi industrializzati, la Germania Federale anzitutto, ~spirano anch'essi al concorso del lavoro straniero. Nessuna soluzione precisa sembra sia stata ancora determinata negli ambienti responsabili parigini per la soluzione del problema. Secondo alcune indicazioni, non si escluderebbe la possibilità di far venire la mano d'opera da paesi lontani: dai dipartimenti francesi d'oltremare (la Réunion, la Martinica, la Guadalupa ecc.) e dai paesi dell'Africa nera francofoni, ove le conseguenze dell'esplosione demografica appariranno nel corso dei prossimi anni e dove, d'altra parte, non sarà possibile creare un numero sufficiente di impieghi da dar lavoro a tutta la mano d'opera potenziale disponibile. Anche da un punto di vista politico, sembra auspicabile a Parigi di non lasciare delle masse di disoccupati in regioni in piena espansione: il pr(}- blema maggiore, peraltro, è quello di rendere idonei alla vita sociale europea, al lavoro evoluto, uomini nati e cresciuti in ambiente molto scarsamente progredito. Non mancano, inoltre, delle preoccupazioni quanto alla accoglienza che sarebbe riservata dai francesi n1etropolitani ad alcune diecine di migliaia di neri o persone di colore, che senza dubbio si stabilirebbero a gruppi nelle agglomerazioni urbane. La precedente esperienza inglese, che ha dato accesso nell'isola a quasi quattro milioni di giamaicani, pakistanesi ecc., induce alla massima oculatezza, per le conseguenze che si sono verificate in alcuni dei più importanti centri industriali ove tale immigrazione si era concentrata. Da non trascurare, infine, le conclusioni sulla qualità della mano d'opera che sono apparse evidenti all'esame dei dati raccolti per il censimento fran• cese dello scorso anno. A parte i trasferimenti da settore a settore e sopratutto la costante diminuzione della popolazione agricola è apparsa evidente una tendenza marcata verso il salariato (71,7% di salariati nel 1962, contro 64,9% nel 1954) e sopratutto una diminuzione del numero dei lavoratori generici a favore di un aumento degli specializzati e scolarizzati al livello medio e superiore. GASTONE OREFICE 65 Bibliotecaginobianco

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