Nord e Sud - anno X - n. 48 - dicembre 1963

Giornale · a più voci soddisfatte, di 50.000 unità (corrispondenti in parte a disoccupati ed in parte a lavoratori alla ricerca di un miglior impiego), sarebbe aumentato di almeno 100.000 unità. Il numero totale dei disoccupati, che è stabilizzato attualmente ad un livello tecnico minimo inferiore a 200.000 unità, avrebbe dovuto aumentare in proporzione. Tali previsioni non si sono realizzate: l'economia francese ha assorbito senza difficoltà la 1nassa dei 900.000 nuovi lavoratori. In effetti due novità hanno contribuito a facilitare tale assorbimento: da una parte la attribuzione di una quarta settimana di ferie ad un gran numero di lavoratori, dall'altra la necessità per l'economia nazio.nale di ricuperare, nella primavera e nell'estate scorse, le conseguenze del lunghissimo inverno. Una p·arte della mano d'opera francese è tradizionalmente costituita da stranieri: nord africani, italiani, spagnoli, portoghesi e, negli ultimi anni, anche elementi dell'Africa nera, centrale ed occidentale. Gli accertamenti statistici relativi alla immigrazione della mano d'opera in Francia sono estremamente difficili, sia per la provenienza che per la qualità dei lavoratori: il movimento di persone tra la Francia e l'Algeria ed il Marocco avviene praticamente senza alcun controllo, e quindi senza che sia possibile disporre di dati statistici; la istituzione progressiva delle regole relative alla libera circolazione dei lavoratori nell'ambito del Mercato Comune impedisce d'altra parte il censimento dei lavorato·ri italiani; gli spagnoli ed i portoghesi sono in realtà assai più numerosi di quanto le cifre ufficiali lascerebbero supporre e l'arresto periodico di qualche gruppo di immigranti clandestini spiega il mistero. Comunque, si calcola che, grosso modo, vi sia stabilmente in Francia un mezzo milione di lavoratori musulmani dell'Africa del Nord, per la maggior parte algerini. Inoltre, entra attualmente in Francia un centinaio di migliaia di lavoratori stranieri ogni anno: essi erano stati 110.000 nel 1957 e sono stati circa 80.000 nel 1962, di cui circa 50% spagnoli, 35% italiani (è dal 1961 che gli immigrati spagnoli hanno superato gli italiani), 9% portoghesi ed il resto di provenienza diversa. Se centomila lavoratori entrano ogni anno quanti sono in media che risiedono e prestano la loro opera stabiln1ente in Francia? Nessuna cifra, neppure indicativa, può essere avanzata dal momento che per quanto riguarda ad esempio gli italiani non vi è nessun controllo alle fro1 ntiere, i contratti di lavoro sono a tempo detem1inato ed i passaggi da una categoria all'altra frequenti. Inoltre, l'arrivo in Francia con un semplice passaporto turistico è in pratica sufficiente per ottenere una carta di lavoro ed • • un rmp1ego. Prima di esaminare le prospettive a lunga scadenza del mercato delle forze di lavoro in Francia è utile fermare la attenzione sul problema della qualificazione dei lavoratori, specialmente nei rapporti tra Francia ed Italia. Una recente indagine disposta dalla Comunità Economica Europea allo scopo di migliorare le condizioni della libera circolazione dei lavoratori ha rivelato che troppo sovente le richieste di mano d'opera generica rivolte dalla Francia ai competenti organi italiani hanno dato esito negativo, nonostante la esistenza in Italia di una massa considerevole di disoccupati. Secondo le 63 Bibliotecaginobianco

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